giovedì 6 novembre 2014

La Leopolda o la Piazza???? Vincere la paura e ritornare alle idee.

La Leopolda o la Piazza???? Vincere la paura e ritornare alle idee.


Stiamo vivendo in questi giorni un dramma di dimensioni sconvolgenti ma d’altronde è un film visto e rivisto:  la sinistra contro la sinistra, verrebbe voglia di mettersi a piangere per la sconfitta, che attraverso le misere beghe interne fra i leader della sinistra, farà patire a milioni di persone pene ideali ed economiche.
D’altronde come ho detto, non è cosa nuova che la sinistra guardi come un nemico colui che sta dalla sua parte, in Spagna Stalin ha preferito far vincere i fascisti di Franco piuttosto che lasciare in vita gli anarchici, a Kronstad Lev Trockij ha fatto trucidare in una notte 20.000 persone colpevoli solo di reclamare il potere ai soviet invece di accettare il potere del “partito”, il fatto è documentato da un telegramma esposto in un museo di Parigi che è la risposta al comandante della guardia rossa davanti alle mura di Kronstad che chiedeva cosa fare di fronte alle richieste dei cittadini e  recita così: “ammazzateli come pernici”.
In Italia molti partigiani sono stati uccisi da altri partigiani perché accusati di Bordighismo o di essere Anarchici e questo era considerato da alcuni colpa più grave che essere fascisti.
Negli anni 60 e 70 il PCI scatenò letteralmente la guerra contro chi aveva delle idee alla sua sinistra e magari faceva alleanze con la peggior DC e con personaggi legati alla mafia o venduti alla CIA. La frase di Pecchioli :“Alla nostra sinistra non c’è nessuno” ha creato più brigatisti che una campagna pubblicitaria. Nell’estrema sinistra poi era più facile veder correre sprangate fra Autonomia e MLS, che non fra MLS e fascisti.
Oggi noi vediamo che il Presidente del Consiglio, che è anche segretario del più grande partito della sinistra, chiude la porta in faccia ai sindacati ma ha nella sua compagine di governo un ministro che manda la polizia a picchiare gli operai che manifestano per la difesa dei loro diritti, d’altronde questo ministro è anche leader di un partito che si chiama “nuovo centrodestra” ed è alleato del P.D. 
Che cosa sta succedendo ??? Siamo in una pièce grottesca e surreale??, siamo su “scherzi a parte”? No siamo immersi fino al collo in una realtà brutta e talmente pantanosa che sarà difficile uscirne.
Proviamo a guardare cosa è successo.
In principio è stato Silvio Berlusconi, l’unica grande novità della politica italiana della seconda metà del 900, Silvio ha rivoluzionato il linguaggio, i modi e le modalità di fare politica. 
Il cavaliere ha rivoluzionato il linguaggio della politica riportandolo ad una modalità di chiarezza che i vecchi tromboni del professionismo politico non avevano, lui ha parlato un linguaggio comprensibile, magari con idee false e corrotte, ma sicuramente ha saputo parlare alla gente e lo dimostra il suo successo politico ed elettorale.
Non è un caso che la sinistra non sia stata capace di contrastare a questa “rivoluzione” comunicativa con idee e linguaggi, ma ha dovuto delegare alla magistratura una sconfitta che avrebbe dovuto essere politica invece che giudiziaria.
Il problema è che la sinistra italiana, mentre da una parte l’ha avversato, e anche giustamente, dall’altra l’ha passivamente seguito, è caduta nella storica trappola che è male dichiararsi di sinistra e praticare le idee della sinistra, quasi fosse una vergogna. 
Berlusconi ha portato al centro del dibattito un metodo politico che è sempre stato tipico dei fascisti post bellici, “il fascismo non c’è più, il comunismo è esistito perché c’era il fascismo e con la fine del fascismo è diventato inutile, superiamo le “ideologie” guardiamo ai fatti, quello che conta è la realtà quotidiana, è inutile farsi delle seghe mentali con le ideologie che dividono, bisogna unire sulle cose”.
Il problema è stato che mentre quando queste cose le dicevano i post fascisti non ci cascava nessuno perché portavano sempre alla memoria il loro modo di essere bestie feroci; come lo ha detto Silvio il comunicatore tutti si sono accodati, lui ha avuto il grande merito di sdoganare la destra post fascista dandogli dignità politica, ha lavorato bene e duramente per mettere insieme una destra unita e ha scelto fra i suoi collaboratori più stretti persone che sicuramente non saranno simpatici, ma altrettanto sicuramente hanno dimostrato di essere capaci, i Bondi, Verdini, Brunetta, Tremonti ecc. ecc. 
Ma a sinistra cosa è successo? NULLA !!!! Ci si è semplicemente accodati alla scia tracciata da Silvio, è stato fatto di tutto per annullare una storia fatta di eroi, di valori e di IDEALI, non d’ ideologie. Si è cambiato nome ai partiti come se bastasse cambiarsi la camicia senza lavarsi per essere puliti; e si è accettato il confronto/scontro politico con Berlusconi sul suo terreno: in pratica si è deciso di perdere ad oltranza.
Si sono cercati candidati che nulla avevano a che fare con i valori storici della sinistra italiana, la Resistenza, i valori portanti della idealità socialista, l’equa redistribuzione delle ricchezze, l’eguaglianza sociale, la solidarietà, la scuola pubblica, ecc. ecc. ,
basti pensare alla sciagurata serie di candidature quali quelle di Paola Binetti, rappresentante dell’ala più reazionaria e retriva del cattolicesimo e di Massimo Calearo rappresentante di una classe padronale legata ancora a parametro ottocenteschi.
E, mentre in America su questi valori Obama vinceva, in Italia questi valori venivano rinnegati e la sinistra passava da una sconfitta ad una sconfitta più grande, con alcuni momenti di governo assunti con Prodi che sta ai valori della sinistra come il KKK sta all’integrazione razziale, da sinistra si sono messe come priorità la salvaguardia di posti di privilegio per rappresentanti cooptati e non elette, poi c’è veramente la vergogna più grande infatti quella che viene definita sinistra estrema ma che di sinistra possiede solo qualche vecchia bandiera che sarebbe meglio bruciare. E allora abbiamo avuto i Bertinotti che miravano più al salotto di Bruno Vespa che non ad andare a capire le esigenze della gente, abbiamo avuto Cofferati che ha portato 3.000.000 di persone in piazza per poi andare a trattate un posto prima da sindaco di una città che non conosceva, poi un seggio al parlamento europeo e oggi il posto di presidente della liguria, regione dove forse è venuto qualche volta a fare i bagni.
Abbiamo avuto il proliferare di cespugli e cespuglietti se dicenti comunisti che sono serviti a piazzare qualche decina di nulla facenti e di incapaci, in posti garantiti e ben retribuiti alla faccia del “proletariato” e abbiamo avuto un sindacato che si è sempre più incancrenito a difendere privilegi invece di capire quali erano le nuove emergenze della povertà, un sindacato che non ha saputo vedere il dramma della precarietà del lavoro mascherate dietro l’altisonante nome di libera professione.
Sostanzialmente abbiamo avuto una sinistra italiana che non ha fatto il suo mestiere e che ha inseguito la destra nella folle corsa alla demolizione della memoria storica delle idee, degli ideali in nome di un pragmatismo che non ha funzionato e non è stato tale.
C’è stata in Italia una paura a comportarsi in maniera consequenziale al proprio essere politico, una distorsione della coerenza fra idee e prassi politica.
Insomma si è manifestata ancora una volta una sinistra arrovellata su se stessa, incapace di rinnovarsi e al contempo di tenere alti quei valori e quegli ideali che sono il suo patrimonio storico e la sua fonte di ricchezza intellettuale e la fonte della sua forza politica.






Una sinistra che non ha saputo rinnovare la sua classe dirigente, che ha avuto un susseguirsi di segretari che si alternavano ma sostanzialmente erano sempre i soliti nomi e un gruppo dirigente che non voleva né cambiare, ne cambiarsi; ma, e questa è la colpa più grave, non ha saputo far crescere uomini e donne scelti in funzione della loro capacità e della loro intelligenza, ma ha allevato polli di batteria che venivano scelti in funzione della loro capacità di essere obbedienti al leader del momento senza tener conto che gli obbedienti sono i primi a pugnalate nella schiena e sono sempre pronti a obbedire a chi comanda in quel momento.
In definitiva ci siamo trovati una sinistra svuotata dei suoi valori e priva di dirigenti capaci, sostanzialmente un disastro come lo sono stati i risultati elettorali degli ultimi decenni, con una popolazione sempre di più alla rincorsa della sopravvivenza e con una forte demotivazione alla vita politica che si è manifestata nella disaffezione al voto o con l’affermazione di movimenti demagogici e pericolosi per la democrazia quali la Lega e i 5 stelle che hanno attinto a piene mani da un elettorati di sinistra sempre più demotivato e scazzato.
Poi è arrivato Renzi, il rottamatore.
Di Renzi si possono dire tantissime cose, belle e brutte, ma una cosa è fuor di ogni dubbio: lui “Il Gattopardo” lo ha letto e riletto miriadi di volte, lui ha imparato benissimo la logica esposta da Tomasi di Lampedusa del “Cambiare tutto affinché nulla cambi”.
Ma quali sono stati gli appeal del Matteo nazionale, come è riuscito a conquistare il consenso che, prima gli ha permesso di prendere possesso del più grande partito della sinistra italiana e poi di arrivare alle Europee e conquistare il 40 e passa percento dei voti?
La sua parola d’ordine è stata quella che ha galvanizzato tutto il popolo della sinistra, anche chi oggi lo ostacola, “mandiamo a casa una classe dirigente del partito incapace, inutile e fallimentare, tutti a casa!!!!” queste parole hanno fatto presa anche su chi, come me, ha poco da spartire con questo signore, per storia, idee e percorsi, ma la speranza di riaprire un dibattito, di ripartire dai valori e di pensionare una riga di incapaci che altro non hanno fatto se non portare la sinistra ad essere succube del Berlusconipensiero, ha fatto si che diventassimo tutti renziani. 
Per smettere di esserlo quando abbiamo scoperto che il peggio della vecchia politica, quella parte più incapace e più attaccata alla rendita piuttosto che alle idee si è scoperta renziana doc, basi vedere cosa è successo alla Spezia. 
Poi si è rivelato una delusione, dopo ha gettato la maschera rivelando un personaggio erede del Gellipensiero, erede cioè di quel progetto autoritario e fascista che era il programma di quel gruppo di golpisti denominato P2, Renzi oggi agisce con le stesse modalità di un dittatore, decide tutto lui, guai, e son manganellate vere e cattive, a creare delle sacche di opposizione, non si lascia la possibilità di confronto e di dialogo all’opposizione e si va avanti a testa bassa nella realizzazione di un progetto che ancora una volta vede penalizzato chi ha meno e protetto sempre di più chi è ricco e potente. 
Vorrei sapere come mai per fare una legge che tassa ulteriormente i meno abbienti si impiegano pochi giorni mentre per ridurre gli stipendi e i benefit inutili ai parlamentari, per eliminare le scorte inutili a persone che non ne hanno bisogno, per tagliare pensioni da 90.000 € al mese si trovano ostacoli insormontabili e si praticano tempi bilbici.
Per fare un esempio su tutto: oggi esistono sul mercato contratti telefonici che permettono di telefonare illimitatamente, di messaggiare illimitatamente e di navigare in internet illimitatamente che sono in una fascia di prezzo che va dai 40 ai 70 € al mese e tutti danno anche l’uso di un telefono di ultime generazione. Come mai i deputati e i senatori  prendono 2.000€ di rimborso spese telefoniche tutti i mesi??? Sono in totale 1000, e allora 70 x 1000= 70.000 € al mese per un totale di 840.000 € l’anno mentre oggi ne spendiamo 2000 x 1000= 2.000.000 € al mese per un totale di 24.000.000 l’anno, non poco visto che si tagliano i soldi per i malati .


Allora la domanda è quella di sempre “ Che fare?” riportando alla memoria il romanzo di  Nikolaj Gavrilovič Černyševskij.
Non dobbiamo dimenticare che la politica, quella con la P maiuscola non si fa col metodo renziano, cioè solo con la calcolatrice, ma fare politica è inseguire un sogno, essere visionari, è passione e amore; è chiaro che tutto va finalizzato e contestualizzato ma non ridotto a tweet o a calcolo aritmetico di somma e sottrazione ( molta sottrazione e poca somma) va sempre tenuto presente che la lacrima e il sorriso sono parte integrante e vitale del fare politica. 
Certamente non si fa fronte alla marea renziana ripresentando un personaggio come Cofferati alla presidenza della Liguria, o riportando in auge figure come Prodi per la presidenza della Repubblica, Bersani come salvatore della patria o la Bindi come una sincera democratica. 
Occorre ricercare nell’area politica che si rifà alla sinistra quei valori e quegli ideali che sono propri di una storia importante e illustre, occorre ricercare una identità perduta che ritorni ad essere chiara e determinata, non ci devono essere compromessi con le sentinelle in piedi!!!!
È fondamentale riappropriarsi della nostra storia, dei nostri valori e che si basano sui valori della Resistenza, della Laicità, e del trinomio della rivoluzione Francese, Libertà, Uguaglianza e Fratellanza.
Bisogna ribadire che si possono trovare momentanei punti di convergenza su temi contingenti ma non è possibile stabilire alleanze con chi considera i gay malati o auspica di sparare ai barconi dei rofughi, o chi scrive che bisogna bruciare vivi i rom. 
Con questa gente la sinistra non vuole e non deve volere la benchè minima commistione, con individui di questa fatta i conti sono stati chiusi definitivamente il 25 aprile 1945, non si torna indietro sulle idee!!!!.
E poi occorre ricercare fra le persone che lavorano nuovi leader, nuove figura, tenendo presente che la giovinezza e il dinamismo del pensiero e del fare politica non sono sempre legati al dato anagrafico, ma molto spesso al dato della passione, della cultura e della curiosità.
Basterebbe applicare una piccola ma significativa regola, “ chi ha ricoperto incarichi retribuiti negli ultimi 10 anni, nei prossimi 10 non ne può più ricoprire, ma deve fare da formatore per chi li andrà a ricoprire” quanta pulizia farebbe una piccola regola come questa.
Infine diventa fondamentale toglierci la paura di dosso, non bisogna aver più paura a rivendicare la propria storia, ad ammettere gli errori che si sono fatti durante questa storia, non deve più esistere la paura di cambiare, anche perché cosa può succedere oltre a quello che succede già?? Mi viene alla mente uno slogan situazionista che recita così:” meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine” e allora la paura va vinta perché la vittoria su di lei rappresenta la possibilità di vincere una battaglia importante per il bene dell’umanità tutta. 
“La paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire e scoprì che non c’era nessuno.” (Goethe)

SCRITTO DA: Angelo"Ciccio " Del Santo








martedì 28 ottobre 2014

“La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”

“La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”




È buffo che tutte le volte in cui si profila un’idea di cambiamento i benpensanti inorridiscano e si straccino le vesti per difendere la tradizione e la “legalità” , contro il dilagare del malcostume e della depravazione. 
Non ultimo il pezzo che ho letto sul secolo il 16 ottobre a firma Francesco Bellotti che si scaglia contro i matrimoni gay e le adozioni di bambini da parte dei gay.
Non mi ricordo di aver visto sentinelle in piedi quando è uscita la metastasi di quel grande tumore sociale che si chiama pedofilia e che ha visto coinvolti autorevoli credenti e prelati di grande importanza.


La domanda che mi pongo è perché tutte le volte che la storia ci pone di fronte ad un cambiamento del nostro statico modo di pensare, tutte le volte che viene chiesto dall’andamento dei tempi di pensare e di modificare e modificarci, ebbene tutte le volte c’è sempre chi in nome di valori quali la decenza, la purezza e la salvezza dell’anima si pongono in maniera forte e decisa di traverso alle modificazioni. 
La storia ci insegna che è sempre stato così, le autorità della chiesa cattolica hanno gridato allo scandalo quando si è trattato di tradurre la Bibbia in una lingua che fosse comprensibile anche alle classi “inferiori” perché secondo loro era un crimine contro Dio permettere alla gleba di leggere e scrivere, altro crimine contro Dio è avvenuto quando alcune donne si sono opposte al matrimonio imposto dalle famiglie ma hanno rivendicato un diritto che secondo le autorità ecclesiastiche dell’epoca non potevano avere: il diritto all’amore.
Quanti anatemi hanno ricevuto coloro che si sono battuti a favore della cremazione dei morti, andavano contro Dio e le sue leggi gridavano i preti dai pulpiti delle chiese, e che dire di quelli che si sono scandalizzati perché gli schiavi “negri” hanno imparato a leggere e scrivere, per citare uno di loro basta dire “ gli schiavi non hanno anima e non devono sapere nulla”.
Oggi si maledicono i genitori gay, infatti nulla di strano se nelle coppie eterosessuali si accoltellano mogli e figli, nulla di strano se si violentano i bambini, beh d’altronde loro sono etero e cattolici, non sono mica finocchi!!!! 
Purtroppo per gli integralisti esistono ancora persone che si battono e lottano affinché  l’amore e la capacità di essere razionali abbiano il sopravvento su ignoranza, malafede e ottusità.
Le domande che mi pongo sono due, la prima è: ma perché chi è cattolico pretende che tutti e con tutti intendo anche coloro che non sono cattolici, vivano muoiano e si comportino da cattolici???  La seconda è : se invece di vivere in  un occidente democratico e laico vivessimo in una situazione di degrado democratico e di minimo livello di laicità queste sentinelle forse sarebbero ben più violente dei loro emuli dell’ISIS, e vorrei sperare che di fronte a questa forma di violenza sottile e perfida che praticano, l’atteggiamento della maggioranza sia pari a quello degli islamici che non ci pensano neanche un secondo a definire aberranti e fuori da ogni regola islamica l’ISIS e i suoi simpatizzanti.
D’altronde sempre la storia ci insegna che per finire sul rogo della santa inquisizione bastava avere una testa libera e pensante come quella di Giordano Bruno ma a volte era sufficiente molto meno per finire sotto tortura e poi al rogo, bastava conoscere delle erbe medicamentose o accarezzare un gatto nero, o ….ignominia delle ignominie avere una vita sessuale non vincolata alla procreazione e al matrimonio d’altronde quest’ultimo grave reato doveva rimanere un privilegio divino dato alla casta dei sacerdoti. E oggi c’è un eretico che deve fare attenzione perché incorre nelle ire delle sentinelle che se potessero lo metterebbero al rogo, anzi credo che faremmo meglio a proteggere la vita di questo “eretico” che si chiama Bergoglio ed è argentino.


Allora chiedo veramente di farla finita con i moralismi veri o presunti e dedicare la vita ad offrire a che è più sfortunato un momento di pace, di tranquillità e di affetto e se questo momento viene offerto ad un  bambino da una coppia gay sia benedetto e benvenuto!!!!

“La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”
(Albert Einstein) …… 

dimenticavo questa frase è blasfema, Einstein era ebreo.

scritto da: Angelo"Ciccio " Del Santo



mercoledì 1 ottobre 2014

Le avventure di “Casa I Phound”

Le avventure di “Casa I Phound”

In questi tutti i media hanno dato grande risalto alla “goliardata” compiuta dai militanti di casa Pound nei confronti di coloro che facevano la coda per acquistare un I Phone, niente di straordinario, sapere che dei giovani si sono indignati e hanno manifestato la loro indignazione di fronte al dilagare di un consumismo sfrenato quando in Italia non si riesce a coinvolgere quasi nessuno nei confronti di temi quali la pace, la salute, la cultura, l’istruzione ecc. ecc.
Quello che fa pensare però è che ancora una volta la sinistra e i partiti della sinistra guardano da un’altra parte piuttosto che rivendicare con forza dei valori e una storia che le appartiene. Oggi a sinistra si discute animatamente dei twitter di Renzi quasi come nei salotti si parla delle nozze del sig. Clooney, non ci interessa il contenuto ma solo il mezzo con cui viene diffuso, poi se è oro o merda o peggio ancora un virus che trasmette stupidità non è questo il problema!!
Vedo giovani impegnati nei partiti della sinistra se/dicente antagonista che sono pronti ad impugnare l’arma della rivoluzione pur di gridare “MERDA!!!!” alla squadra di calcio avversaria della loro, ma poi di fronte alla gente che si suicida perché privata della dignità e del lavoro ci si rifugia all’interno delle app del telefonino. I sindacati invocano l’articolo 18 ma non si preoccupano dei precari e delle finte partite IVA, i loro leader sono abituati a portare milioni di persone in piazza per poi lasciarcele a vedere infranti i loro sogni e le loro speranze per  fuggire, loro i leader, a occupare un seggio in parlamento o al parlamento europeo o andare a fare il sindaco di una città che non si conosce e di cui non gliene frega nulla tranne il lauto stipendio che percepiscono.
Vedo deputati che siedono in parlamento da decenni anzi da MOLTI  decenni che ogni qualvolta sono messi in minoranza sanno perfettamente cosa si dovrebbe fare per il bene del paese, dimenticando che quando sono stati al governo non hanno fatto assolutamente nulla!!!!
Sicuramente si dirà che i militanti di Casa Pound sono provocatori e fascisti, che la loro è una battaglia di facciata perché invece di lavorare per migliorare le cose lavorano come il loro DNA gli suggerisce, per la violenza, il sopruso la prepotenza e l’ignoranza, ma noi soloni della sinistra cosa facciamo per evitare che loro si approprino anche dei nostri valori, delle nostre idee del nostro essere alternativi e propositivi??? 
Negli anni 70 l’Autonomia predicava la spesa proletaria, l’autoriduzione delle bollette e delle tasse, i mercatini a Km. 0 e la sinistra istituzionale diceva che eravamo provocatori e che non avevamo il senso della realtà. Quale realtà??, quella di oggi dove prima di fare una qualunque scelta politica sia di carattere amministrativo che di carattere di politica globale il pensiero dominante impone di spartire posti e prebende e poi alla fine esausti per la dura battaglia gli interessi del popolo sono dimenticati; tanto gli interessi delle zecche della politica fanno si che ingrassino succhiando il sangue della gente.
Le uova contro chi fa la fila per acquistare l’ultimo modello di telefonino sono state un gesto estremista e goliardico, ma significativo di un malessere e di una ricerca di valori e idee che diano davvero la forza di cambiare, il nostro dovere è quello di non lasciare anche questo spazio alla destra fascista ma di recuperare terreno, dialogare con i giovani che sono sempre più rinchiusi dentro le loro app, progettare la politica e ritrovare l’orgoglio di dirsi di sinistra in nome di quei valori di libertà, di giustizia e di eguaglianza, e di quelle battaglie portate avanti in Italia da figure come Di Vittorio, Gramsci, i fratelli Rosselli, e tanti altri che oggi si agitano e non riposano nei dimenticatoi della sinistra italiana.
Un moderno cantante dice “ meglio morir che perder la vita” e io sostengo che è sempre valida quella parola d’ordine situazionista che dice: MEGLIO UNA FINE SPAVENTOSA CHE UNO SPAVENTO SENZA FINE”.
Non lasciamo i valori a “Casa I Phound” li distruggerebbe e seminerebbe odio, violenza e ignoranza, facciamo uno sforzo, impariamo dai giovani cinesi che ritengono che la libertà valga molto di più di uno status qualsiasi, facciamo una scelta difficile e drastica noi di sinistra: RICOMINCIAMO A PENSARE!!!!!!

Scritto da: Angelo " Ciccio" Del Santo


domenica 21 settembre 2014

Lettera aperta alla CGIL

Lettera aperta alla CGIL


Assisto in questi giorni alla accorata battaglia che il glorioso sindacato che fu di Di Vitorio sta combattendo contro l’abolizione dell’articolo 18.
Giusta battaglia, i lavoratori vanno tutelati, i lavoratori vanno difesi e la democrazia deve essere un armonico coktail di diritti e di doveri.
Ma qualche domanda mi viene al cuore perché ci sono momenti che vorrei capire dove è il sindacato che si è battuto per la giustizia e la libertà nel nostro paese, vorrei capire se questo sindacato vuole difendere i lavoratori o se dietro una battaglia apparente non vuole invece salvaguardare dei privilegi.
C’è stato S. Giovanni, con tre milioni di persone in piazza, c’è stato Cofferati che ha promesso di battersi a oltranza per la salvaguardia dei diritti elementari delle classi subalterne, questo battagliero segretario del sindacato della sinistra italiana ha acceso speranze e voglia di lottare in milioni di cittadini che volevano migliorare la qualità della vita di una nazione, che volevano cercare di riportare equilibrio in un sistema produttivo che vede i ricchi sempre più ricchi e i meno abbienti sempre più vicini alla povertà. Dove è finito questo rivoluzionario che ha esaltato gli animi della sinistra italiana???? Allo scadere del suo mandato è andato a fare il sindaco di una città non sua, ha fatto più danni che cose buone e poi è stato promosso a fare il parlamentare e poi ancora il parlamentare europeo.
E tutti quei propositi di giustizia sociale, tutte quelle parole spese a favore della giusta distribuzione delle ricchezze? Scomparse come neve al sole, e allora scusate se io uomo della strada nutro il legittimo dubbio che questo signore abbia venduto le speranze di milioni di italiani per un posto di alta rendita e di poca fatica, che dire ognuno ha il suo prezzo ma concedetemi la delusione e una forte incazzatura.
Un altro sindacalista è diventato segretario dell’unico partito comunista che c’era in Italia, rifondazione, bene ha svenduto idee e ideali, sogni e lotte di m tantissimi esseri umani, per qualche apparizione nei talk show televisivi insieme al jet set del gossip e dello spettacolo, non che me ne dispiaccia, da vecchio situazionista la distruzione di un partito se dicente comunista la vedo solo come un momento di crescita rivoluzionaria, ma lui il segretario/sindacalista dalla erre moscia gode di una pensione altissima e non riesce proprio a rinunciare ai privilegi della casta.
Oggi sento dire alla Camusso che sull’articolo 18 ci sarà battaglia dura, bene ma che sia dura davvero, però anche in questo caso qualche domanda mi viene spontanea. Il sindacato difende i diritti dei lavoratori, anche dei dipendenti delle camere che lavorando veramente poco portano a casa stipendi che la classe lavoratrice, quella vera, non riesce nemmeno e vedere in mesi e mesi di lavoro duro con straordinari compresi. Il sindacato denuncia per “violazione della privacy” un imprenditore che fotografa il suo dipendente mentre lavora in nero per la concorrenza quando risulta in malattia. E poi vorrei sapere quale battaglia dura ha fatto questo sindacato per quelle decine di piccoli imprenditori che si sono suicidati perché hanno visto le loro aziende andare in malora a causa di una eccessiva tassazione, o di una burocrazia confronto alla quale quella citata da Kafka appare come la grande semplificazione.
Che battaglie dure fa questo sindacato della sinistra per quelle centinaia di migliaia di lavoratori autonomi che non hanno nessun diritto e nessuna tutela? A chi si deve appellare il mio giovane collega che deve fare 30.000 km l’anno per portare a casa 16.000€ dai quali deve levare le tasse, le spese ecc. ecc.
Giusta la battaglia per l’atricolo 18 ma oggi ho avuto una notizia devastante, un mio collega, libero professionista, dovendosi operare di tumore è stato sostituito da un altro ma per lui non ci sono state ne continuazione dello stipendio né ammortizzatori, ma il bello è che dopo l’operazione non è riuscito a rientrare nella macchina del lavoro perché sostituito da un giovane che costa meno e da lo stesso. Il mio collega non sa nemmeno che cosa è l’articolo 18!!!! Ma non conosce nemmeno nessuno che tuteli i suoi diritti sul lavoro, direi che non ne conosce perché non c’è nessuno che oggi vuole davvero difendere i diritti dei più deboli, è molto più comodo difendere i privilegi, perché oggi chi ha dei diritti ha dei privilegi!! Oggi è più facile difendere chi è garantito piuttosto che mettersi contro quel potere vero che determina la vita e la morte di milioni di lavoratori.
E poi mi danno una notizia che spero sia falsa, mi dicono che l’INPS per chi gode del distacco sindacale la paga la stessa INPS, cioè tutti i lavoratori, questa mi sembra un’ingiustizia enorme, perché se fosse vara allora si può davvero parlare di parassitismo di persona che con la scusa di fare i sindacalisti, cioè difendere i diritti dei più deboli e dei più indifesi, fanno solo la gara a chi fa meno sfruttando la buona fede di coloro che lavorano davvero.
Dico queste cose col cuore pieno di amarezza e di rabbia, perché ancora una volta la fregatura sembra che la dia colui che credi alleato, colui che ti deve difendere invece che colui che da sempre è l’avversario politico. Come dicevano i vecchi, dagli amici (Kompagni) mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io.

angelo “ciccio” delsanto



lunedì 18 agosto 2014

Lo sceriffo cattivo del palazzo di Piazza Europa


Lo sceriffo cattivo del palazzo di Piazza Europa.




Un giovane militante del Pd, fondatore del primo comitato pro Renzi alla Spezia, rivolge una critica al sindako Federici, forse ha usato toni beffardi e pesanti, ma sicuramente la critica era argomentata e precisa. 
Il sindako, come il personaggio cattivo del film “Pronti a Morire” interpretato da un magistrale Gene Hackman, sguaina la pistola e fa fuoco, insolentendo il giovane intemperante e chiedendo la di lui testa al polibturò del partito, meno male che Stalin è morto altrimenti ci sarebbero purghe e Siberia pronti per i dissidenti.
Invece di porsi il problema del come mai un militante con un grande seguito manifesta un malessere, lui come un novello federale scaglia anatemi e minacce contro lo spirito libero della dissidenza.
Tempo prima il giovane segretario cittadino del PD aveva espresso delle critiche, questa volta con toni pacati e “politici” verso il primo cittadino, e lui, il Gene Hackman de noartri, invece di accettare il dibattito e mettersi in discussione ha semplicemente chiesto la testa dello stesso segretario cittadino del suo partito, un ottimo esempio di spirito democratico e collaborativo.
Un consigliere di opposizione pone un problema, giusto o sbagliato che sia pone un problema e ciò significa che l’esponente dell’opposizione esercita un suo legittimo diritto, anche in questo caso lo sceriffo del palazzo di Piazza Europa, invece di rispondere, come sarebbe suo dovere fare, inveisce e scompostamente offende il rappresentante dell’opposizione.
Dieci consiglieri su quattordici del suo partito si dissociano dal suo comportamento e lui sostiene che “loro” non hanno capito nulla e lui si che ha ragione, a prescindere.
Gli oppositori al terrificante progetto di installazioni cementifere in Piazza Verdi chiedono confronto e discussione e il buon (si fa per dire) sindako li bolla come provocatori e dice che lui “tirerà diritto fino alla meta” . 
Sindako Federici, il problema è che Gene Hackman da quel  grandissimo attore che è  riesce ad affascinare anche nelle parti dell’odioso e prepotente sceriffo, e poi lui recita in un film, lei invece risulta scomposto grigio e lugubre, insomma non buca lo schermo, semmai rompe le scatole, e poi lei opera nella realtà.
 Inoltre come in ogni film western che si rispetti alla fine arriva l’eroe buono che riporta la giustizia e la pace. 
Chissà nel suo partito chi prenderà il ruolo che è stato di Russel Crowe? 
Ci risulta però che sia lunga la lista di chi vuole interpretare quel ruolo, quello cioè di chi farà finire nella polvere il cattivo sceriffo del palazzo.
Con l’augurio che ritrovi la memoria per ricordare anche lontanamente gli ideali del suo partito e le regole del vivere civile, speriamo di non assistere più a spettacoli brutti come quelli che lei ha offerto a cittadini e turisti negli ultimi periodi.

scritto da Angelo "Ciccio " Del Santo 

venerdì 8 agosto 2014

“Amici Inseparabili”


“Amici Inseparabili”

C’era una volta…… anzi c’erano, una vecchia Panchina in ghisa e un vecchissimo Albero, erano situati in un giardino pubblico, prospicenti ad uno dei corsi principali della città. La città era La Spezia e il corso si chiama Via Chiodo.
Essendo vicini i due fecero amicizia, l’Albero pur essendo vecchio trovò linfa vitale tanto che riuscì a mettere su due escrescenze che andarono, come braccia affettuose, ad avvolgere la Panchina in un tenero abbraccio, e la Panchina, godendo dell’abbraccio dell’Albero, trovò la forza di arginare la ruggine e, anzi, divenne più lucida e bella, anche perché, protetta dalla chioma dell’Albero, acquisì sicurezza e tranquillità.
I due divisero innumerevoli periodi e susseguirsi di stagioni, durante i freddi e piovosi inverni si raccontavano storie della città, personaggi episodi che avevano vissuto e visto passare, nelle stagioni più miti ascoltavano con curiosità ed attenzione quello che si raccontavano le persone che, sedute sulla Panchina, passavano il tempo e socializzavano all’ombra della chioma dell’Albero.
Ad un certo momento qualcuno che ha in odio la città, gli animali, le piante e la felicità pensò bene di tagliare l’albero dicendo che era malato.
Nonostante il dolore, la pianta forte e stabile sopravvisse anche con l’aiuto della sua amica Panchina che gli fece coraggio e con la sua vicinanza lo stimolò a vivere e a godere ancora della loro reciproca compagnia, ora lei poteva ricambiare le attenzioni che lui le aveva manifestato in precedenza.
In città ci fu uno sviluppo turistico, arrivavano le navi da crociera, e l’albero e la panchina venivano fotografati come un’attrazione locale, ho visto personalmente la loro fotografia in una casa di New York City con la didascalia ironica e affettuosa, “Amici Inseparabili”, altri amici mi raccontano che i due venivano riconosciuti come un caso di amore apparentemente “impossibile” ma talmente forte da sfidare e vincere tutte le avversità. 
Erano felici e comunicavano la loro felicità all’ambiente intorno, il loro abbraccio rischiava di diventare un simbolo, in altre città un fenomeno come il loro sarebbe diventato un’attrazione, un modesto ma significativo monumento: L’abbraccio di specie diverse, l’amicizia possibile la tolleranza realizzata.
La felicità della panchina e dell’albero venne all’orecchio del sindaco e del suo feroce e sfuggente assessore ai lavori pubblici, “ come si permettono, sono felici!?!?!? Ma lo sanno che IO ho deciso che in città nessuno deve essere felice!!!! Lo hanno capito che IO voglio solo il malessere e la sfigurazione di questa città???? “ così esclamò il barbuto sindaco e diede perentorio ordine, peraltro condiviso al suo fedele assessore dallo sguardo sfuggente,  di distruggere una volta per tutte questo esempio di convivenza, di serenità e di bellezza spontanea che , a loro dire, ammorbava la città con allegria, bellezza e felicità, cose che per i due potenti burocrati sono intollerabili.
L’albero fu tagliato il 4 febbraio 2014, e le sue mani ricresciute per abbracciare la sua amica panchina furono strappate all’abbraccio in una morte ingiusta e crudele.
Non ci saranno più foto degli Amici Inseparabili, i turisti passeranno di fretta senza più l’attrazione di questo piccolo fenomeno di amicizia.

Le persone non si siederanno più vicino a questo magico connubio per raccontarsi storie e per socializzare.

La città sarà ulteriormente impoverita di un piccolo ma significativo episodio curioso che aveva il grande potere di strappare un sorriso a chi lo notava. 
Oggi sono felici e brindano il barbuto sindaco e l’ambizioso assessore, hanno fatto un ulteriore sfregio al bel viso della Spezia e hanno creato un altro danno alla città e ai cittadini, così possono bearsi della loro malignità e della loro cattiveria.
Cameriere Champagne!!!!

angelo  “ciccio” delsanto

venerdì 1 agosto 2014

Camminare per la città in periodo di ferie aiuta a pensare


Camminare per la città in periodo di ferie aiuta a pensare......


Camminare per la città in periodo di ferie aiuta a pensare, si scoprono cose e si notano fatti che in altri momenti, in cui siamo presi dalla frenesia del lavoro, non ci verrebbero nemmeno in mente, insomma l’homo in otium nota più cose dell’homo faber.
Oggi viviamo in una città in fermento con gruppi di turisti che si portano dietri i loro trolley alla ricerca di alberghi e affittacamere, con la piantina in mano o portati dal tablet con google maps, si vedono bar con persone che comunicano, ristoranti con camerieri che corrono a esaudire domande o a chiedere di farlo, botteghe di ogni genere che abbelliscono le vetrine e che donano appeal alle merci esposte; insomma una città che manifesta con forza la voglia di crescere e di superare i momenti di difficoltà.
Poi, specialmente se si possiede un cane, non si possono notare anche altre cose che creano ostacoli alla voglia detta sopra, passeggiare per i giardini è un’impresa, occorre stare molto attenti perché ci sono gruppi organizzati che la fanno da padrone, sto naturalmente parlando dei topi, che in questi giorni di pioggia scorrazzavano a “greggi” in cerca di scampo dall’acqua e di cibo all’interno dei cestini per l’immondizia. 
Per fortuna che al monumento di Garibaldi vivono alcuni clochard che tengono pulito e quantomeno presidiano un pezzo di territorio che altrimenti sarebbe lasciato al degrado. 
A volte provo tenerezza per i giardinieri che, lavoratori indefessi combattono la loro battaglia quotidiana contro anonimi zozzoni che fanno di tutto per lordare e danneggiare i giardini. 
Come ho già detto non sto parlando dei “barboni” perché questi signori, che dormono sulle panchine evidentemente perché non possono permettersi niente di meglio, hanno stabilito un accordi di collaborazione con i giardinieri, infatti  muniti di sacchi neri della spazzatura tengono pulito e ordinato il territorio che presidiano.
Gli anonimi zozzoni sono italianissimi e spezzinissimi, sono quei distinti signori che, magari chiedono dure sanzioni contro i vagabondi, ma poi non esitano a sfoderare i loro miseri uccelli per pisciare contro le piante o contro le lapidi degli eroi cittadini, povero Alberto Picco che è situato vicino al palco della musica deve sopportare pisciatori anonimi sulla sua lapide, magari quegli stessi che poi la domenica gli rendono merito andando a gridare nello stadio omonimo.
Troviamo anche quelli che protetti dalla penombra, non esitano a calarsi i pantaloni e defecare in posti dove magari vanno a giocare bambini o a scambiarsi effusioni coppie di giovani fidanzati.
Ci sono i gruppi di giovani che giustamente si ritrovano al fresco degli alberi monumentali, ma distrattamente lasciano sul terreno bottiglie di plastica e di vetro e sacchetti vuoti di leccornie varie, cicche e pacchetti di sigarette e sacchetti di plastica, poi ci sono quelli che io considero i principi della maleducazione, coloro che in maniera inconsapevole fanno un danno a loro stessi, quei distinti signori e signore che praticano il moralismo verso ciò che loro giudicano indecente e poi si dimenticano sistematicamente di raccogliere la merda dei loro cani, facendo in questo modo un danno alle loro bestiole, non esistono cani maleducati ma solo padroni di cani maleducati!!!!!
A volte vedo i turisti che fanno manovre incredibili per fotografare i nostri bellissimi giardini cercando di evitare che nel fotogramma appaiano topi, stronzi e rumenta varia.
Se poi ci si sposta verso i parcheggi, si ha la piacevole sorpresa di trovare un sacco di macchine parcheggiate nei parcheggi residenti senza però avere i pass residenti, questo provoca disagio e incavolatura per chi a buon diritto chiede di parcheggiare la sua vettura dove dovrebbe ma non può.
Passeggiando per le vie della città si notano nuovi locali, dehor pieni di gente, luoghi di ritrovo i cui titolari hanno fatto sacrifici enormi per renderli più gradevoli e accoglienti ma poi bisogna distrarre l’attenzione da queste belle cose per portarla alle buche che impestano Piazza Mentana, dove la pavimentazione è stata fatta evidentemente male e con materiale scadente e oggi  viene lasciata nel più totale degrado e tapulata con qualche gettata di catrame che svanisce nel giro di poche ore, poi andiamo in Via Prione, la strada più caratteristica della città, quella che rappresenta la storia, dove hanno sede importanti istituzioni museali, ebbene è simile a un percorso di guerra dove fra buche, selciato disconnesso, ci fa venire in mente come devono essere adesso le strade di Gaza.
Se passiamo in Piazza del Mercato, abbiamo la netta sensazione di vivere oltre che in zona devastata dalle bombe anche in un posto dove tutto è pericolante e posticcio.
Alla fine passo per Piazza Verdi, il luogo dove si è consumato l’omicidio dei Pini storici e importanti, e dove è stata rimossa una pavimentazione creata apposta dalla Ceramica Vaccari che ha retto per  quasi cento anni, dove si poteva camminare tranquillamente anche se pioveva, in quanto le mattonelline rosse mantenevano intatto il loro essere antisdrucciolo, ebbene queste colorate mattonelle sono state rimosse per essere sostituite con orrendi lastroni che sono scivolosi anche quando è asciutto e a distanza di poche settimane dalla loro installazione manifestano già segni di sfacelo.
Allora che dire di questa bella e forte città, va da sé che il tessuto sociale è solido e innovativo, che gli spezzini amano la loro città e che fanno di tutto per renderla migliore, nonostante una minoranza di maleducati, e una amministrazione comunale che fa di tutto per danneggiarla. 
Se si pensa che i vigli urbani stessi hanno ammesso di fronte a testimoni che loro non devono fare le multe alle vetture illegali, e neanche ai maleducati pisciatori abusivi ma hanno avuto preciso imput da parte del loro assessore di riferimento di colpire con sanzioni da 100€ i proprietari ci cani che non hanno dietro la museruola o altri ammennicoli vari.
D’altronde viviamo in una città dove non esiste in centro un’area per portare i cani a correre, non esiste in provincia una spiaggia dove poter accedere con i cani, il presidente della Provincia annuncia che ha permesso ai cacciatori di sparare a Bambi, e il nostro senatore Massimo Caleo appoggia col suo voto coloro che accecano con gli spilli gli uccellini per poterli usare come richiamo a caccia. Devo proprio dire che la nostra città fa di tutto per resistere al vandalismo della giunta nonostante i nostri  amministratori  facciano ogni sforzo possibile per far passare il territorio dello Spezzino come un territorio ostile agli animali e a chi li possiede. 
In compenso si sarebbero fatti prati all’inglese e panchine sopra quella polveriera tossica che è Pitelli, naturalmente senza prima aver fatto una bonifica del territorio, inoltre il sindaco Federici grida rittcontro la tossica centrale a carbone scordandosi che proprio lui ha rinnovato il contratto all’Enel per  molti anni.
Per tutti gli altri ameni episodi vi rimando alle puntate successive................

scritto da Angelo "Ciccio"Del Santo



  

sabato 26 luglio 2014

CONSERVATORI O PROGRESSISTI ?


Conservatori o progressisti?


Questa è una nota che ho scritto nel 2005, prima dell’avvento nuovista di Renzi, ma credo sia ancora di attualità:

“ Uno dei tratti fondamentali dell’atteggiamento dei conservatori è il timore del cambiamento… diversamente dal liberalismo, caratterizzato dalla fondamentale credenza nel potere a lungo termine delle idee, il conservatorismo è vincolato dal bagaglio di idee ereditato in un dato momento.” con queste parole Friedrich August von Hayek  nel suo scritto “ Perché non sono conservatore” ci sottolinea come il conservatorismo è, per sua natura, ostile ai cambiamenti, teme le novità, combatte le idee nuove e, ne consegue che   il liberale non può essere conservatore, e pensare che von Hayek è visto come uno dei maitres a penser dei conservatori di tutto il mondo.E’ naturale, seguendo il ragionamento di Hayek, pensare che la discriminante reale oggi sia tra liberalismo e conservatorismo piuttosto che tra destra e sinistra, sostanzialmente fra innovatori e coloro che sono legati a rendite di posizione e che non accettano nemmeno la gattopardesca maniera “che tutto cambi affinché non cambi nulla”.Ossia il confine passa fra innovatori e chi, al contrario, vuole restare all’esistente.Attenzione, liberalismo non va assolutamente confuso con liberismo, infatti, dietro il primo, alloggiano idee e la forza della discussione e del confronto dentro e con la comunità, mentre dietro il secondo, sempre  più spesso, troviamo interessi di basso livello decisamente in contrasto con la comunità e sempre contro i suoi interessi, insomma una logica di posizione e non una logica sociale Forse questo può essere il punto da cui partire per reinterpretare la politica, farla uscire da schemi di bassa lega e riportarla alla sua alta essenza, cioè a ritornare ad essere laboratorio permanente di trasformazione sociale.

Purtroppo negli ultimi anni si è trasmesso un morbo contagioso, sia a destra quanto al centro e, lo dico col cuore spezzato, a sinistra, un morbo dicevo che ha generato una subcultura della paura e il rifiuto totale per il nuovo.Questo morbo ha generato la logica del “ rimaniamo quello che siamo”, ha voluto offrire  valenza “positiva” al detto che chi non fa non sbaglia.
Certamente appare più facile arroccarsi sul presente, senza progettare il domani, anche rischiando tentativi, errori, fallimenti e magari….successi.Ma occorre domandarci sino a quanto l’esistente riuscirà a garantirci il futuro.In un mondo dove la globalizzazione è una realtà con la quale fare i conti, dove le distanze informative tendono giorno dopo giorno a scomparire, dove la comunicazione spesso è più veloce della notizia stessa, dove la concorrenza non è più una gara tra imprese m una lotta devastante tra sistemi-paese ecco che diventa sempre più complicato governare, a tutti i livelli, dal grande stato al piccolo comune.Noi non possiamo pensare di governare, progettare la società, e questo è il compito della politica, guardando solo al passato perché non si ha il coraggio di cambiare.La Storia ha un ruolo determinante nella logica di sviluppo della politica, dobbiamo ridare ad essa il ruolo che le spetta, cioè quello di essere  maestra di vita, il grande serbatoio di carburante ideale al quale attingere per continuare la strada dello sviluppo e del progresso, serbatoio che, se non guardiamo, senza timori e remore avanti non sarà più arricchito e, una volta esaurito, non permetterà più a noi ne, e questo sarebbe un delitto gravissimo, alle generazioni future di continuare ad avere una vita degna di essere chiamata tale. L’obiettivo di tutti noi è quello di lasciare alle generazioni future un mondo più ricco di idee, di cultura, un mondo fatto di mescolamenti e non di isolamenti.Il superare gli sbarramenti ideologici non vuol dire rinunciare ai principi fondamentali delle nostre convinzioni politiche, ma significa usare le idee per ricercare quello che ci accomuna e cominciare la costruzione di una società più vivibile da questo, senza usare le ideologie come scudo per non interagire, come trincea per difendere solo l’attuale senza pensare a quello che è già presente, il futuro, ma, al contrario, mettere a disposizione le idee come momento di apertura verso l’altro da noi, per confrontarsi e non scontrarsi, per cambiare, se è giusto e aiutare a cambiare.Una domanda diventa quasi spontanea, “cosa può fare l’uomo della strada per contribuire al cambiamento?”, provo a dare una risposta molto soggettiva: abbandonare le certezze, farsi forza dei dubbi, avere la consapevolezza che sarà un percorso senza fine, dove, come nella leggenda di Serendipity,  quello che troviamo lungo il cammino è importante tanto quanto quello che andiamo cercando,   che il tutto contribuisce ad arricchire il nostro sapere e il nostro vivere, e del tutto occorre fare tesoro, perché rappresenta l’eredità da lasciare a chi verrà dopo di noi.D’altronde è fondamentale tener sempre presente che lo status quo può rappresentare un incubo, il cambiamento invece l’incognita, ma come scrivevano i Situazionisti “ è meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine”.

angelo”ciccio”delsanto   

martedì 22 luglio 2014

GAZA, IL RUMORE DEI FANATICI E IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI


GAZA, IL RUMORE DEI FANATICI E IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI.

In questi giorni terribili è ovvio che il nostro pensiero corra alla tragedia di Gaza, centinaia di persone uccise per aver commesso il reato di vivere in una terra governata da folli che sono in guerra con altri folli. Vedo passare manifestazioni che inneggiano ad una parte o all’altra dei contendenti con atteggiamenti da tifo da stadio, sostanzialmente sta prevalendo un  modo di condurre un’analisi che è strettamente funzionale a chi vuole la guerra e gioca solo a favore di quegli sciacalli che si arricchiscono sulle vite, o meglio sulle morti di innocenti e di persone che desiderano solo vivere in pace nella loro terra.
Oramai solo dei pazzi visionari negano agli ebrei il diritto di ritornare nella terra che la loro religione vede come “terra promessa” e che rappresenta per questo popolo un approdo in porto sicuro dopo circa duemila anni che subiscono vessazioni e persecuzioni di ogni tipo, specialmente nella “vecchia Europa” che, non va dimenticato, nasce da una principessa mediorientale rapita da Giove e portata nella parte occidentale del mar Mediterraneo.
D’altronde non è possibile non riconoscere ai Palestinesi, che peraltro sono di razza semita, il diritto di stare in una terra che è la loro da sempre.
Non mi sto ponendo il problema se occorrono due stati o uno solo, credo che la priorità sia quella di determinare la convivenza di due popoli che in realtà sono uno solo, due popoli di cui uno, quello Israeliano è dinamico, ricco di iniziative e con una media di “intelligenze” elevatissime, mentre quello Palestinese è il popolo più acculturato e più laico di tutto il vasto mondo che rappresenta l’Islam.
Sostanzialmente vorrei vedere da parte di tutti, manifestanti, governanti, ministri e presidenti un atteggiamento meno schierato o, ancora peggio, indifferente per un dramma che ad una velocità sempre più elevata ci può portare verso un baratro che coinvolgerebbe tutta l’umanità .
La pace in Medio Oriente sarebbe la fine dell’estremismo islamico, sarebbe l’occasione per avere ricchezza e cultura che riporterebbero il Mediterraneo a tornare a essere veramente la culla del progresso e della civiltà mondiale, con notevoli vantaggi umani e economici per tutto il mondo.
È chiaro che non si può non rabbrividire di orrore di fronte si bombardamenti che lo stato di Israele effettua su Gaza, non possiamo ignorare il dolore che provoca il vedere bambini uccisi per “errori” troppo spesso compiuti da militari addestrati alle migliori scuole del mondo e dall’altra parte non si riesce a capire che colpe hanno dei ragazzini adolescenti e brufolosi per essere massacrati solo perché portano la khippah o frequentano la scuola ebraica.
Sono convinto che se mettiamo le lacrime delle mamme di quei ragazzini vicino alle lacrime della mamma di quell’altro ragazzino colpevole di essere palestinese e pertanto bruciato vivo, se mettiamo insieme le lacrime di queste mamme, credo che nessuno saprebbe dire se è superiore l’uno o l’altro dolore, pertanto occorre dire basta al dolore!!!!!
Se andiamo a vedere la storia scopriamo una costante che fa paura; tutte le volte che i rappresentanti dei due popoli si sono incontrati per tentare di parlare di Pace è sempre successo qualcosa che ha interrotto in maniera violenta questo tentativo e ha ributtato al centro del tavolo la guerra come unica via. 
Non a caso i ragazzini israeliani sono stati rapiti e uccisi subito dopo che Shimon Peres presidente di Israele e Abu Mazen presidente palestinese  si sono incontrati e abbracciati a Roma di fronte a Papa Francesco.
A volte la realtà supera la fantasia: questi episodi sarebbero degni di romanzi di azione e di spionaggio se non fossero crudele e spietata quotidianità di morte.



Oltre 500 morti palestinesi nella fascia di Gaza, sono sicuro che la maggior parte di essi era semplicemente umile gente che viveva del proprio lavoro e che condivideva con altri affetti, gioie, sorrisi e momenti di sconforto, come i morti delle torri gemelle o quelli che si trovavano casualmente in un bus o in un locale.
Oggi  il dolore accomuna gli innocenti mentre l’interesse e il potere accomuna i criminali.
Evidentemente a qualcuno non conviene che ci sia la pace in quella meravigliosa terra, qualcuno fa a farà di tutto affinché continuino la tensione e la violenza, ebbene questo QUALCUNO  è il nostro vero nemico, dobbiamo essere tutti uniti per far fronte a questa bestia che in nome di chissà quali interessi semina violenza e morte infischiandosene se chi muore sono bambini o anziani, donne o uomini, umani o animali, per questa feccia schifosa l’unica cosa che conta è la salvaguardia dei loro interessi che prosperano appunto sul dolore dei molti.
Per mantenere questo loro obiettivo non esitano a sfruttare religioni, appartenenze razziali, politiche e quant’altro, sono fermamente convinto che questa spirale di violenza vada fermata e sarà possibile farlo solo attraverso il dialogo, l’ascolto e il capire che la pace è sicuramente portatrice di benessere e ricchezza più di qualsiasi “giusta “ guerra.

                                             a.c.d.