lunedì 25 giugno 2018

In principio era il Partito Comunista.


In principio era il Partito Comunista.

Un Partito partorito da un grande errore, quello di spaccare nel 1921 il Partito Socialista, indebolendo in questa maniera il potere contrattuale della sinistra italiana.
In compenso la fondazione di questo Partito vede la partecipazione di alcuni fra i migliori cervelli rivoluzionari che l’Italia in quel momento potesse esprimere, parliamo di Bruno Fortichiari, Amedeo Bordiga, Umberto Terracini, Mauro Scoccimarro, Angelo Tasca, Ruggero Grieco e altri ma innanzi tutto parliamo di quello spirito libero e libertario di Antonio Gramsci un uomo che, come quelli già citati, non ha voluto che il Partito diventasse il servo dei potenti compagni russi, voleva un partito autonomi, libero e pronto a collaborare alla pari con il movimento internazionale, portando ad esso la propria originalità e assorbendo da esso quanto di meglio si poteva fare.
Gramsci viene imprigionato dalla vigliacca feccia fascista, e assume la segreteria un ambiguo personaggio, che fu anche fra i fondatori, Palmiro Togliatti, un uomo che si consuma la lingua nel leccare le terga a Stalin e che in nome di un potere sul partito italiano è pronto e diventare cieco su tutte le nefandezze che il tiranno baffuto compie, innanzi tutto contro quella sinistra critica e libertaria che metteva in discussione il culto della personalità e l’obbedienza cieca all’ottuso capo.
Togliatti tace quando si potrebbe ottenere la libertà Gramsci, tace quando si preferisce ammazzare gli anarchici piuttosto che combattere i franchisti e tace quando vengono imprigionati in Unione Sovietica migliaia di rivoluzionari e di comunisti colpevoli di non essere perfettamente obbedienti con questo dittatore travestito da comunista, fra i perseguitati annoveriamo anche il cognato di Togliatti, Paolo Robotti e tanti comunisti di “sinistra” italiani.
Finisce la guerra e finalmente Mussolini viene appeso a testa in giù, Togliatti, che con estrema modestia si fa chiamare “il Migliore” diviene ministro ella giustizia e in primis cosa fa?
Questo esempio di opportunista si adegua al potente di turno e partorisce una bella amnistia per i criminali fascisti, in compenso usa galera e forza contro quei patrioti che osavano sperare nel sol dell’avvenire, che volevano provare a rendere l’Italia più libera e meno vincolata al capitalismo occidentale, magari senza andarsi a legare nel mortale abbraccio di Stalin.
Il Migliore invece collabora a legare il paese al capitalismo occidentale e vincola il Partito allo stalinismo becero e criminale.
Da questo momento in poi la storia del PCI è stata tutta volta allo scopo di soffocare qualunque impeto rivoluzionario o anche solo progressista che si manifestasse nel paese.
Per fare ciò si è venuta a creare una classe dirigente del Partito che doveva avere come caratteristica quella dell’obbedienza al capo e veniva visto come deviazionista e anticomunista qualunque barlume di intelligenza, di vitalità rivoluzionaria e di innovazione.
I pidocchi erano coloro che uscivano dal Partito, magari su posizioni più laiche e più di sinistra, il nemico principale non erano le forze della destra o del cattolicesimo più becero e reazionario, ma i socialisti che diventavano il nemico da abbattere.
Dopo Togliatti si è continuato su questa linea, anche perché era stato creato un apparato di partito che bene o male garantiva stipendi e tranquillità a quegli obbedienti che pur avendo poco cervello avevano in compenso una grande dose di opportunismo.
Negli anni della grande rivoluzione mondiale del 68, oggi si celebra il cinquantenario, uno degli uomini più potenti del PCI disse una frase che aprì le porte a fenomeni poi degenerati in terrorismo e rabbia incontrollata.
Infatti, Ugo Pecchioli, di fronte al movimento che vedeva studenti e operai manifestare rabbia e volontà di cambiamento verso una società ingiusta, classista e crudele ebbe il buon gusto di chiudersi gli occhi e dire: “Alla sinistra del PCI non esiste nulla, non c’è nulla” chiudendo la porta in faccia a milioni di persone che chiedevano solo di essere partecipi delle scelte del Partito e di essere protagonisti della loro storia e non ossequiosi obbedienti di una classe dirigente del partito che si manifestava debole e cieca.
Poi ci fu Berlinguer, uomo sicuramente probo e onesto, colui che prese le distanze dalla dittatura sovietica, ma politicamente miope e di limitata possibilità, un segretario politico che è stato trascinato per i capelli in due grandi vittorie civili della sinistra italiana perché obbligatonella battaglia per il divorzio e in quella sull’aborto.
Infatti la legge sul divorzio è stata la forzatura di tre persone che ha obbligato il PCI ad entare nella lotta anche se pauroso del voto cattolico, Loris Fortuna, socialista e massone, Antonio Baslini liberale e massone e Marco Pannella radicale e combattente.
Quella sull’aborto furono lòe manifestazioni e la volontà del movimento femminista, trasversale e determinato che potè contare fin dall’inizio solo dell’appoggio del Partito Radicale e del Partito Socialista, situazione che costrinse il PCI a scendere in campo, anche in questo caso obtorto collo.
Berlinguer è l’uomo che ha allevato una nuova generazione di dirigenti che sono stati: Massimo D’Alema, la caricatura antipatica di Togliatti, ma ancora più arrogante e più incapace e più fedele al potere capitalista, Valter Velrtoni: il genio che ha voluto in parlamento a rappresentare la sinistra Mario Adinolfi leader della destra cattonazista, la più becera e retriva che esista, colui che ritiene che i gay siano malati e le donne debbano essere sottomesse, e la Dott.SSa Binetti donna della destra cattolica integralista, dichiarata antidivorzista e contro l’aborto, una reazionaria patentata; Piero Fassino: quello che “ se vuole fare come dice lui, Grillo fondi un partito, poi vedremo quanti voti prende” un uomo lungimirante come un coriandolo e empatico come un palo della luce spento, Pier Luigi Bersani diventato famoso di più come smacchiatore di giaguari piuttosto che come politico, dove si è dimostrato un totale fallimento, e Achille Occhetto, colui che ha cambiato nome al PCI, ma attenzione, questa ventata di cambiamento si è limitata solo al nome, non si è mai pensato di cambiare un apparato elefantiaco, incapace, burocratico e ottuso, insomma ha cambiato solo il nome, un po’ come quelli che si cambiano la camicia senza lavarsi mai.
E poi oggi ci lamentiamo che ci sia Renzi? Devo dire che ci è andata anche bene, potevamo avere di nuovo Fassino o Veltroni o D’Alema .
A mio modestissimo parere occorre incominciare dalla doccia, e non dal nome, occorre fare piazza pulita di tutto ciò che ha provocato o è stato complice di chi ha provocato il disastro.
Occorre non solo ritornare fra la gente, ascoltarla e lasciare che ci consiglino, ma è necessario anche fare i conti con la storia e andare a rimediare a quegli errori che sono rimediabili, ad esempio superare quella scissione del 1921 che fu nefasta e portatrice di burocrazia e ignoranza e creando divisioni e contrasti ha disperso intelligenze, vivacità e capacità.
Occorre rivedere risposte date a persone che credevano davvero che insieme si potesse cambiare il mondo ma che si sono sentite svilire e prendere in giro perché avevano il coraggio di essere aquile e volare alto e non galline a fare su e giù in una scala corta e sporca di merda.
Occorre che di fronte a proposte e idee nessuno risponda più “ La nostra gente non capirebbe” perché una frase del genere significa due cose, la convinzione che “la nostra gente “ sia una manica di celebrolesi e la più totale malafede di chi sa di essere poco intelligente e ha paura del confronto.
Occorre proprio ricominciare, con calma, pazienza e determinazione a costruire situazioni di crescita e di lotta, d’altronde una cosa si è realizzata dopo le ultime elezioni, quella frase di Marx che recita” hanno un mondo da conquistare e da perdere solo le loro catene” infatti grazie a incapaci e presuntuosi ci è rimasto il nulla su cui andare a costruire un progetto difficile ma non impossibile.
Allora ricordiamoci del 68 e celebriamo i suoi 50 anni con una parola d’ordine che dovrebbe diventare il nostro tormentone per i prossimi anni: Siamo realisti chiediamo l’impossibile.
scritto da : Angelo"Ciccio"Del Santo