giovedì 6 novembre 2014

La Leopolda o la Piazza???? Vincere la paura e ritornare alle idee.

La Leopolda o la Piazza???? Vincere la paura e ritornare alle idee.


Stiamo vivendo in questi giorni un dramma di dimensioni sconvolgenti ma d’altronde è un film visto e rivisto:  la sinistra contro la sinistra, verrebbe voglia di mettersi a piangere per la sconfitta, che attraverso le misere beghe interne fra i leader della sinistra, farà patire a milioni di persone pene ideali ed economiche.
D’altronde come ho detto, non è cosa nuova che la sinistra guardi come un nemico colui che sta dalla sua parte, in Spagna Stalin ha preferito far vincere i fascisti di Franco piuttosto che lasciare in vita gli anarchici, a Kronstad Lev Trockij ha fatto trucidare in una notte 20.000 persone colpevoli solo di reclamare il potere ai soviet invece di accettare il potere del “partito”, il fatto è documentato da un telegramma esposto in un museo di Parigi che è la risposta al comandante della guardia rossa davanti alle mura di Kronstad che chiedeva cosa fare di fronte alle richieste dei cittadini e  recita così: “ammazzateli come pernici”.
In Italia molti partigiani sono stati uccisi da altri partigiani perché accusati di Bordighismo o di essere Anarchici e questo era considerato da alcuni colpa più grave che essere fascisti.
Negli anni 60 e 70 il PCI scatenò letteralmente la guerra contro chi aveva delle idee alla sua sinistra e magari faceva alleanze con la peggior DC e con personaggi legati alla mafia o venduti alla CIA. La frase di Pecchioli :“Alla nostra sinistra non c’è nessuno” ha creato più brigatisti che una campagna pubblicitaria. Nell’estrema sinistra poi era più facile veder correre sprangate fra Autonomia e MLS, che non fra MLS e fascisti.
Oggi noi vediamo che il Presidente del Consiglio, che è anche segretario del più grande partito della sinistra, chiude la porta in faccia ai sindacati ma ha nella sua compagine di governo un ministro che manda la polizia a picchiare gli operai che manifestano per la difesa dei loro diritti, d’altronde questo ministro è anche leader di un partito che si chiama “nuovo centrodestra” ed è alleato del P.D. 
Che cosa sta succedendo ??? Siamo in una pièce grottesca e surreale??, siamo su “scherzi a parte”? No siamo immersi fino al collo in una realtà brutta e talmente pantanosa che sarà difficile uscirne.
Proviamo a guardare cosa è successo.
In principio è stato Silvio Berlusconi, l’unica grande novità della politica italiana della seconda metà del 900, Silvio ha rivoluzionato il linguaggio, i modi e le modalità di fare politica. 
Il cavaliere ha rivoluzionato il linguaggio della politica riportandolo ad una modalità di chiarezza che i vecchi tromboni del professionismo politico non avevano, lui ha parlato un linguaggio comprensibile, magari con idee false e corrotte, ma sicuramente ha saputo parlare alla gente e lo dimostra il suo successo politico ed elettorale.
Non è un caso che la sinistra non sia stata capace di contrastare a questa “rivoluzione” comunicativa con idee e linguaggi, ma ha dovuto delegare alla magistratura una sconfitta che avrebbe dovuto essere politica invece che giudiziaria.
Il problema è che la sinistra italiana, mentre da una parte l’ha avversato, e anche giustamente, dall’altra l’ha passivamente seguito, è caduta nella storica trappola che è male dichiararsi di sinistra e praticare le idee della sinistra, quasi fosse una vergogna. 
Berlusconi ha portato al centro del dibattito un metodo politico che è sempre stato tipico dei fascisti post bellici, “il fascismo non c’è più, il comunismo è esistito perché c’era il fascismo e con la fine del fascismo è diventato inutile, superiamo le “ideologie” guardiamo ai fatti, quello che conta è la realtà quotidiana, è inutile farsi delle seghe mentali con le ideologie che dividono, bisogna unire sulle cose”.
Il problema è stato che mentre quando queste cose le dicevano i post fascisti non ci cascava nessuno perché portavano sempre alla memoria il loro modo di essere bestie feroci; come lo ha detto Silvio il comunicatore tutti si sono accodati, lui ha avuto il grande merito di sdoganare la destra post fascista dandogli dignità politica, ha lavorato bene e duramente per mettere insieme una destra unita e ha scelto fra i suoi collaboratori più stretti persone che sicuramente non saranno simpatici, ma altrettanto sicuramente hanno dimostrato di essere capaci, i Bondi, Verdini, Brunetta, Tremonti ecc. ecc. 
Ma a sinistra cosa è successo? NULLA !!!! Ci si è semplicemente accodati alla scia tracciata da Silvio, è stato fatto di tutto per annullare una storia fatta di eroi, di valori e di IDEALI, non d’ ideologie. Si è cambiato nome ai partiti come se bastasse cambiarsi la camicia senza lavarsi per essere puliti; e si è accettato il confronto/scontro politico con Berlusconi sul suo terreno: in pratica si è deciso di perdere ad oltranza.
Si sono cercati candidati che nulla avevano a che fare con i valori storici della sinistra italiana, la Resistenza, i valori portanti della idealità socialista, l’equa redistribuzione delle ricchezze, l’eguaglianza sociale, la solidarietà, la scuola pubblica, ecc. ecc. ,
basti pensare alla sciagurata serie di candidature quali quelle di Paola Binetti, rappresentante dell’ala più reazionaria e retriva del cattolicesimo e di Massimo Calearo rappresentante di una classe padronale legata ancora a parametro ottocenteschi.
E, mentre in America su questi valori Obama vinceva, in Italia questi valori venivano rinnegati e la sinistra passava da una sconfitta ad una sconfitta più grande, con alcuni momenti di governo assunti con Prodi che sta ai valori della sinistra come il KKK sta all’integrazione razziale, da sinistra si sono messe come priorità la salvaguardia di posti di privilegio per rappresentanti cooptati e non elette, poi c’è veramente la vergogna più grande infatti quella che viene definita sinistra estrema ma che di sinistra possiede solo qualche vecchia bandiera che sarebbe meglio bruciare. E allora abbiamo avuto i Bertinotti che miravano più al salotto di Bruno Vespa che non ad andare a capire le esigenze della gente, abbiamo avuto Cofferati che ha portato 3.000.000 di persone in piazza per poi andare a trattate un posto prima da sindaco di una città che non conosceva, poi un seggio al parlamento europeo e oggi il posto di presidente della liguria, regione dove forse è venuto qualche volta a fare i bagni.
Abbiamo avuto il proliferare di cespugli e cespuglietti se dicenti comunisti che sono serviti a piazzare qualche decina di nulla facenti e di incapaci, in posti garantiti e ben retribuiti alla faccia del “proletariato” e abbiamo avuto un sindacato che si è sempre più incancrenito a difendere privilegi invece di capire quali erano le nuove emergenze della povertà, un sindacato che non ha saputo vedere il dramma della precarietà del lavoro mascherate dietro l’altisonante nome di libera professione.
Sostanzialmente abbiamo avuto una sinistra italiana che non ha fatto il suo mestiere e che ha inseguito la destra nella folle corsa alla demolizione della memoria storica delle idee, degli ideali in nome di un pragmatismo che non ha funzionato e non è stato tale.
C’è stata in Italia una paura a comportarsi in maniera consequenziale al proprio essere politico, una distorsione della coerenza fra idee e prassi politica.
Insomma si è manifestata ancora una volta una sinistra arrovellata su se stessa, incapace di rinnovarsi e al contempo di tenere alti quei valori e quegli ideali che sono il suo patrimonio storico e la sua fonte di ricchezza intellettuale e la fonte della sua forza politica.






Una sinistra che non ha saputo rinnovare la sua classe dirigente, che ha avuto un susseguirsi di segretari che si alternavano ma sostanzialmente erano sempre i soliti nomi e un gruppo dirigente che non voleva né cambiare, ne cambiarsi; ma, e questa è la colpa più grave, non ha saputo far crescere uomini e donne scelti in funzione della loro capacità e della loro intelligenza, ma ha allevato polli di batteria che venivano scelti in funzione della loro capacità di essere obbedienti al leader del momento senza tener conto che gli obbedienti sono i primi a pugnalate nella schiena e sono sempre pronti a obbedire a chi comanda in quel momento.
In definitiva ci siamo trovati una sinistra svuotata dei suoi valori e priva di dirigenti capaci, sostanzialmente un disastro come lo sono stati i risultati elettorali degli ultimi decenni, con una popolazione sempre di più alla rincorsa della sopravvivenza e con una forte demotivazione alla vita politica che si è manifestata nella disaffezione al voto o con l’affermazione di movimenti demagogici e pericolosi per la democrazia quali la Lega e i 5 stelle che hanno attinto a piene mani da un elettorati di sinistra sempre più demotivato e scazzato.
Poi è arrivato Renzi, il rottamatore.
Di Renzi si possono dire tantissime cose, belle e brutte, ma una cosa è fuor di ogni dubbio: lui “Il Gattopardo” lo ha letto e riletto miriadi di volte, lui ha imparato benissimo la logica esposta da Tomasi di Lampedusa del “Cambiare tutto affinché nulla cambi”.
Ma quali sono stati gli appeal del Matteo nazionale, come è riuscito a conquistare il consenso che, prima gli ha permesso di prendere possesso del più grande partito della sinistra italiana e poi di arrivare alle Europee e conquistare il 40 e passa percento dei voti?
La sua parola d’ordine è stata quella che ha galvanizzato tutto il popolo della sinistra, anche chi oggi lo ostacola, “mandiamo a casa una classe dirigente del partito incapace, inutile e fallimentare, tutti a casa!!!!” queste parole hanno fatto presa anche su chi, come me, ha poco da spartire con questo signore, per storia, idee e percorsi, ma la speranza di riaprire un dibattito, di ripartire dai valori e di pensionare una riga di incapaci che altro non hanno fatto se non portare la sinistra ad essere succube del Berlusconipensiero, ha fatto si che diventassimo tutti renziani. 
Per smettere di esserlo quando abbiamo scoperto che il peggio della vecchia politica, quella parte più incapace e più attaccata alla rendita piuttosto che alle idee si è scoperta renziana doc, basi vedere cosa è successo alla Spezia. 
Poi si è rivelato una delusione, dopo ha gettato la maschera rivelando un personaggio erede del Gellipensiero, erede cioè di quel progetto autoritario e fascista che era il programma di quel gruppo di golpisti denominato P2, Renzi oggi agisce con le stesse modalità di un dittatore, decide tutto lui, guai, e son manganellate vere e cattive, a creare delle sacche di opposizione, non si lascia la possibilità di confronto e di dialogo all’opposizione e si va avanti a testa bassa nella realizzazione di un progetto che ancora una volta vede penalizzato chi ha meno e protetto sempre di più chi è ricco e potente. 
Vorrei sapere come mai per fare una legge che tassa ulteriormente i meno abbienti si impiegano pochi giorni mentre per ridurre gli stipendi e i benefit inutili ai parlamentari, per eliminare le scorte inutili a persone che non ne hanno bisogno, per tagliare pensioni da 90.000 € al mese si trovano ostacoli insormontabili e si praticano tempi bilbici.
Per fare un esempio su tutto: oggi esistono sul mercato contratti telefonici che permettono di telefonare illimitatamente, di messaggiare illimitatamente e di navigare in internet illimitatamente che sono in una fascia di prezzo che va dai 40 ai 70 € al mese e tutti danno anche l’uso di un telefono di ultime generazione. Come mai i deputati e i senatori  prendono 2.000€ di rimborso spese telefoniche tutti i mesi??? Sono in totale 1000, e allora 70 x 1000= 70.000 € al mese per un totale di 840.000 € l’anno mentre oggi ne spendiamo 2000 x 1000= 2.000.000 € al mese per un totale di 24.000.000 l’anno, non poco visto che si tagliano i soldi per i malati .


Allora la domanda è quella di sempre “ Che fare?” riportando alla memoria il romanzo di  Nikolaj Gavrilovič Černyševskij.
Non dobbiamo dimenticare che la politica, quella con la P maiuscola non si fa col metodo renziano, cioè solo con la calcolatrice, ma fare politica è inseguire un sogno, essere visionari, è passione e amore; è chiaro che tutto va finalizzato e contestualizzato ma non ridotto a tweet o a calcolo aritmetico di somma e sottrazione ( molta sottrazione e poca somma) va sempre tenuto presente che la lacrima e il sorriso sono parte integrante e vitale del fare politica. 
Certamente non si fa fronte alla marea renziana ripresentando un personaggio come Cofferati alla presidenza della Liguria, o riportando in auge figure come Prodi per la presidenza della Repubblica, Bersani come salvatore della patria o la Bindi come una sincera democratica. 
Occorre ricercare nell’area politica che si rifà alla sinistra quei valori e quegli ideali che sono propri di una storia importante e illustre, occorre ricercare una identità perduta che ritorni ad essere chiara e determinata, non ci devono essere compromessi con le sentinelle in piedi!!!!
È fondamentale riappropriarsi della nostra storia, dei nostri valori e che si basano sui valori della Resistenza, della Laicità, e del trinomio della rivoluzione Francese, Libertà, Uguaglianza e Fratellanza.
Bisogna ribadire che si possono trovare momentanei punti di convergenza su temi contingenti ma non è possibile stabilire alleanze con chi considera i gay malati o auspica di sparare ai barconi dei rofughi, o chi scrive che bisogna bruciare vivi i rom. 
Con questa gente la sinistra non vuole e non deve volere la benchè minima commistione, con individui di questa fatta i conti sono stati chiusi definitivamente il 25 aprile 1945, non si torna indietro sulle idee!!!!.
E poi occorre ricercare fra le persone che lavorano nuovi leader, nuove figura, tenendo presente che la giovinezza e il dinamismo del pensiero e del fare politica non sono sempre legati al dato anagrafico, ma molto spesso al dato della passione, della cultura e della curiosità.
Basterebbe applicare una piccola ma significativa regola, “ chi ha ricoperto incarichi retribuiti negli ultimi 10 anni, nei prossimi 10 non ne può più ricoprire, ma deve fare da formatore per chi li andrà a ricoprire” quanta pulizia farebbe una piccola regola come questa.
Infine diventa fondamentale toglierci la paura di dosso, non bisogna aver più paura a rivendicare la propria storia, ad ammettere gli errori che si sono fatti durante questa storia, non deve più esistere la paura di cambiare, anche perché cosa può succedere oltre a quello che succede già?? Mi viene alla mente uno slogan situazionista che recita così:” meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine” e allora la paura va vinta perché la vittoria su di lei rappresenta la possibilità di vincere una battaglia importante per il bene dell’umanità tutta. 
“La paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire e scoprì che non c’era nessuno.” (Goethe)

SCRITTO DA: Angelo"Ciccio " Del Santo