lunedì 25 giugno 2018

In principio era il Partito Comunista.


In principio era il Partito Comunista.

Un Partito partorito da un grande errore, quello di spaccare nel 1921 il Partito Socialista, indebolendo in questa maniera il potere contrattuale della sinistra italiana.
In compenso la fondazione di questo Partito vede la partecipazione di alcuni fra i migliori cervelli rivoluzionari che l’Italia in quel momento potesse esprimere, parliamo di Bruno Fortichiari, Amedeo Bordiga, Umberto Terracini, Mauro Scoccimarro, Angelo Tasca, Ruggero Grieco e altri ma innanzi tutto parliamo di quello spirito libero e libertario di Antonio Gramsci un uomo che, come quelli già citati, non ha voluto che il Partito diventasse il servo dei potenti compagni russi, voleva un partito autonomi, libero e pronto a collaborare alla pari con il movimento internazionale, portando ad esso la propria originalità e assorbendo da esso quanto di meglio si poteva fare.
Gramsci viene imprigionato dalla vigliacca feccia fascista, e assume la segreteria un ambiguo personaggio, che fu anche fra i fondatori, Palmiro Togliatti, un uomo che si consuma la lingua nel leccare le terga a Stalin e che in nome di un potere sul partito italiano è pronto e diventare cieco su tutte le nefandezze che il tiranno baffuto compie, innanzi tutto contro quella sinistra critica e libertaria che metteva in discussione il culto della personalità e l’obbedienza cieca all’ottuso capo.
Togliatti tace quando si potrebbe ottenere la libertà Gramsci, tace quando si preferisce ammazzare gli anarchici piuttosto che combattere i franchisti e tace quando vengono imprigionati in Unione Sovietica migliaia di rivoluzionari e di comunisti colpevoli di non essere perfettamente obbedienti con questo dittatore travestito da comunista, fra i perseguitati annoveriamo anche il cognato di Togliatti, Paolo Robotti e tanti comunisti di “sinistra” italiani.
Finisce la guerra e finalmente Mussolini viene appeso a testa in giù, Togliatti, che con estrema modestia si fa chiamare “il Migliore” diviene ministro ella giustizia e in primis cosa fa?
Questo esempio di opportunista si adegua al potente di turno e partorisce una bella amnistia per i criminali fascisti, in compenso usa galera e forza contro quei patrioti che osavano sperare nel sol dell’avvenire, che volevano provare a rendere l’Italia più libera e meno vincolata al capitalismo occidentale, magari senza andarsi a legare nel mortale abbraccio di Stalin.
Il Migliore invece collabora a legare il paese al capitalismo occidentale e vincola il Partito allo stalinismo becero e criminale.
Da questo momento in poi la storia del PCI è stata tutta volta allo scopo di soffocare qualunque impeto rivoluzionario o anche solo progressista che si manifestasse nel paese.
Per fare ciò si è venuta a creare una classe dirigente del Partito che doveva avere come caratteristica quella dell’obbedienza al capo e veniva visto come deviazionista e anticomunista qualunque barlume di intelligenza, di vitalità rivoluzionaria e di innovazione.
I pidocchi erano coloro che uscivano dal Partito, magari su posizioni più laiche e più di sinistra, il nemico principale non erano le forze della destra o del cattolicesimo più becero e reazionario, ma i socialisti che diventavano il nemico da abbattere.
Dopo Togliatti si è continuato su questa linea, anche perché era stato creato un apparato di partito che bene o male garantiva stipendi e tranquillità a quegli obbedienti che pur avendo poco cervello avevano in compenso una grande dose di opportunismo.
Negli anni della grande rivoluzione mondiale del 68, oggi si celebra il cinquantenario, uno degli uomini più potenti del PCI disse una frase che aprì le porte a fenomeni poi degenerati in terrorismo e rabbia incontrollata.
Infatti, Ugo Pecchioli, di fronte al movimento che vedeva studenti e operai manifestare rabbia e volontà di cambiamento verso una società ingiusta, classista e crudele ebbe il buon gusto di chiudersi gli occhi e dire: “Alla sinistra del PCI non esiste nulla, non c’è nulla” chiudendo la porta in faccia a milioni di persone che chiedevano solo di essere partecipi delle scelte del Partito e di essere protagonisti della loro storia e non ossequiosi obbedienti di una classe dirigente del partito che si manifestava debole e cieca.
Poi ci fu Berlinguer, uomo sicuramente probo e onesto, colui che prese le distanze dalla dittatura sovietica, ma politicamente miope e di limitata possibilità, un segretario politico che è stato trascinato per i capelli in due grandi vittorie civili della sinistra italiana perché obbligatonella battaglia per il divorzio e in quella sull’aborto.
Infatti la legge sul divorzio è stata la forzatura di tre persone che ha obbligato il PCI ad entare nella lotta anche se pauroso del voto cattolico, Loris Fortuna, socialista e massone, Antonio Baslini liberale e massone e Marco Pannella radicale e combattente.
Quella sull’aborto furono lòe manifestazioni e la volontà del movimento femminista, trasversale e determinato che potè contare fin dall’inizio solo dell’appoggio del Partito Radicale e del Partito Socialista, situazione che costrinse il PCI a scendere in campo, anche in questo caso obtorto collo.
Berlinguer è l’uomo che ha allevato una nuova generazione di dirigenti che sono stati: Massimo D’Alema, la caricatura antipatica di Togliatti, ma ancora più arrogante e più incapace e più fedele al potere capitalista, Valter Velrtoni: il genio che ha voluto in parlamento a rappresentare la sinistra Mario Adinolfi leader della destra cattonazista, la più becera e retriva che esista, colui che ritiene che i gay siano malati e le donne debbano essere sottomesse, e la Dott.SSa Binetti donna della destra cattolica integralista, dichiarata antidivorzista e contro l’aborto, una reazionaria patentata; Piero Fassino: quello che “ se vuole fare come dice lui, Grillo fondi un partito, poi vedremo quanti voti prende” un uomo lungimirante come un coriandolo e empatico come un palo della luce spento, Pier Luigi Bersani diventato famoso di più come smacchiatore di giaguari piuttosto che come politico, dove si è dimostrato un totale fallimento, e Achille Occhetto, colui che ha cambiato nome al PCI, ma attenzione, questa ventata di cambiamento si è limitata solo al nome, non si è mai pensato di cambiare un apparato elefantiaco, incapace, burocratico e ottuso, insomma ha cambiato solo il nome, un po’ come quelli che si cambiano la camicia senza lavarsi mai.
E poi oggi ci lamentiamo che ci sia Renzi? Devo dire che ci è andata anche bene, potevamo avere di nuovo Fassino o Veltroni o D’Alema .
A mio modestissimo parere occorre incominciare dalla doccia, e non dal nome, occorre fare piazza pulita di tutto ciò che ha provocato o è stato complice di chi ha provocato il disastro.
Occorre non solo ritornare fra la gente, ascoltarla e lasciare che ci consiglino, ma è necessario anche fare i conti con la storia e andare a rimediare a quegli errori che sono rimediabili, ad esempio superare quella scissione del 1921 che fu nefasta e portatrice di burocrazia e ignoranza e creando divisioni e contrasti ha disperso intelligenze, vivacità e capacità.
Occorre rivedere risposte date a persone che credevano davvero che insieme si potesse cambiare il mondo ma che si sono sentite svilire e prendere in giro perché avevano il coraggio di essere aquile e volare alto e non galline a fare su e giù in una scala corta e sporca di merda.
Occorre che di fronte a proposte e idee nessuno risponda più “ La nostra gente non capirebbe” perché una frase del genere significa due cose, la convinzione che “la nostra gente “ sia una manica di celebrolesi e la più totale malafede di chi sa di essere poco intelligente e ha paura del confronto.
Occorre proprio ricominciare, con calma, pazienza e determinazione a costruire situazioni di crescita e di lotta, d’altronde una cosa si è realizzata dopo le ultime elezioni, quella frase di Marx che recita” hanno un mondo da conquistare e da perdere solo le loro catene” infatti grazie a incapaci e presuntuosi ci è rimasto il nulla su cui andare a costruire un progetto difficile ma non impossibile.
Allora ricordiamoci del 68 e celebriamo i suoi 50 anni con una parola d’ordine che dovrebbe diventare il nostro tormentone per i prossimi anni: Siamo realisti chiediamo l’impossibile.
scritto da : Angelo"Ciccio"Del Santo



martedì 6 giugno 2017

Idee sulla cultura

Idee sulla cultura


La gestione di una politica culturale non può prescindere da una ricaduta sul territorio, sia essa economica ch di immagine.
E’ inoltre indispensabile avere una visione globale e totale della Città, considerando i suoi quartieri tutti come parte integrante e vitale per lo sviluppo e la crescita culturale del comprensorio nel suo complesso.
Pertanto occorre porsi degli obiettivi non possono e non devono essere limitati al centro città o a minime risorse per le zone periferiche, ma devono vedere il contributo alla ideazione e allo sviluppo di iniziative di tutto il tessuto sociale nel suo complesso di tutta l’area comunale, e devono vedere le periferie diventare protagoniste quanto il centro di iniziative e di eventi volti al coinvolgimento di tutti e all’inclusione delle realtà, mai all’esclusione di chicchessia.
  1. La città offre un’offerta museale di primaria importanza e occorre creare legame e sinergia fra le varie realtà, dal Museo Navale al Museo Lia, passando dal Camec, dal Museo Etnografico che può avere ottimi riferimenti al mondo della moda e dell’intrattenimento gastronomico e legato alle tradizioni del territorio per arrivare al Museo del Sigillo che può essere benissimo una grande attrattiva attraverso un piano di marketing e di merchandising, inoltre sarà funzionale per tutti attuare un progetto reale e fattibile di Marketing territoriale.
  2. Il marketing territoriale, non può prescindere dalla complessità di tutto il territorio, la città deve recuperare il ruolo di leader del Golfo e della Provincia intera, l’offerta può essere straordinaria e di grande prospettiva dal punto di vista economico e culturale.
Si può prendere ad esempio la Rhur, il Landschftpark di Duisburg, 200 ettari di territorio trasformati in un parco multifunzionale che diventa una combinazione perfetta di patrimonio industriale e culturale, capace di generare nuove economie legate alla produzione di teatro, musica, danza, editoria e arte in generale.
Oggi il Landschftpark ha addirittura favorito la riconversione dell’economia locale creando lavoro e ricchezza in tutta la regione, penso ai castelli del golfo che possono diventare percorso ludico gastronomico e culturale con un’offerta di dimensione mondiale, penso agli edifici di archeologia industriale di alcune zone dell’Arsenale che oggi non sono più usate e potrebbero essere opportunità e risorsa per tutta la provincia, come alle aree dell’Enel.
Inoltre potrebbe essere anche legato alla creazione di nuove fonti economiche legate alla produzione sostenibile, al turismo e al commercio offrendo prospettive di sviluppo per l’economia locale.
  1. Fondamentale il rilancio del Festival del Jazz, il più “antico” d’Italia, che allargandosi anche ai comuni viciniori può dare alla città ruolo e dinamica proiettati verso uno sviluppo di ampio respiro e duraturo nel tempo
  2. Il ruolo del teatro Civico deve continuare a creare interesse e a chiamare la popolazione a frequentare le iniziative che propone
  3. Non va trascurata la possibilità di creare sinergia con i territori limitrofi offrendo una offerta variegata e allettante che va dalla ricca e antichissima storia della Lunigiana, alle caratteristiche delle 5 terre, passando dalle prerogative del Golfo dei Poeti per finire alla vicinanza con i luoghi di svago e divertimento della Versilia.
  4. Oggi che il problema dell’integrazione è uno dei punti cruciali per lo sviluppo e la crescita, si può ipotizzare un premio letterario legato alle tematiche della tolleranza e della “cultura delle culture” legato alla storia spezzina della Porta di Sion.
  5. Non va trascurata l’offerta quasi quotidiana di proposte di interesse culturale quali mostre di pittura e scultura e legate al mondo dell’editoria che abbiano una pianificazione in modo da essere continue e non episodiche, fruibili e non accavallate, magari con la collaborazione delle attività economiche legate al commercio e a locali cittadini.
  6. Importante sarebbe la creazione nelle vie cittadine di “luoghi di libera discussione” dove chiunque si può sedere e intrattenersi con i vicini sui più disparati argomenti, può ascoltare cose interessanti e dibatterle, magari con la vicinanza di un altro luogo da cui attingere una tazza di thè o caffè, un bicchiere di vino o un leggero spuntino. E’ dimostrato che la convivialità della gola favorisce il confronto fra le persone.
  7. Non ultima, occorre far notare ed esaltare la posizione logisticamente strategica della Città, che offre un rapido spostamento verso capitali della cultura come Firenze, (1 ora), Pisa (40 minuti), Milano (2 ore), Verona (2 ore e mezzo), Bologna (2 ore) e tante altre.
  8. Inoltre va presa in considerazione l’idea di avere una formazione permanente del territorio e sul territorio, che sviluppi le capacità di accoglienza e le prerogative di un turismo di qualità. A questo proposito si può creare coinvolgendo tutta la provincia e la Lunigiana, un centro permanente di formazione premium ( Accademy) che si articoli su più fronti,
che sappia sviluppare cultura dell’accoglienza e che sappia sviluppare le capacità/potenzialità che infonda nuove sensazioni ed emozioni al fine di creare un clima di reale benessere, diventando riferimento anche per tutto il territorio nazionale.




il percorso: 1. analisi di clima territoriale, con indagine di verifica per individuare necessità e priorità. 2. progettazione e creazione di idee formative che vadano verso le necessità individuate. 3. erogazione di formazione ad hoc sia in funzione delle necessità sia in funzione delle richieste. 4. Creare un piano di marketing territoriale in grado di creare appeal sia sul territorio che fuori dal territorio. 5. Coordinarsi con gli enti per promuovere e formare quanto di meglio si possa fare con l’offerta disponibile. 6. Gestire e promuovere iniziative in maniera armonica e non disordinata.

angelo “ciccio” delsanto




lunedì 5 giugno 2017

Oscar candidato consigliere per tutti gli animali del comune

Oscar candidato consigliere per tutti gli animali del comune.

Sulle pagine di un giornale locale è apparso un lungo articolo dedicato al candidato sindaco Guido Melley, capisco la sua stanchezza, forse non è abituato a ritmi di lavoro duri e impegnativi e, probabilmente, questa stanchezza gli fa dire parole che sono in contraddizione fra di loro.
Prima dichiara che Manfredini rappresenta il vecchio logoro malgoverno della città, e per contrastare ciò lui si candida, poi dice che Lorenzo Forcieri si candida solo per far perdere la coalizione di Manfredini.
Allora gentile sig. Melley lei perché si è candidato, lei nelle sue intenzioni più recondite vuole rafforzare l’asse Manfredini Federici Paita, lei si è candidato per portare i voti al PD?
Lei sostiene che il candidato Forcieri ha avuto molti incarichi dal PD, lei è invece un omonimo di colui che fu assessore al bilancio e che riteneva che i soldi per la cultura fossero soldi buttati via? Lei è solo un omonimo di quel presidente di Spezia Risorse che ha fatto si che la nostra città avesse una delle tassazioni più alte di tutta Italia? Lei non ha mai avuto incarichi dalle giunte PD??
Forcieri si è candidato perché non sono state fatte le primarie, perché ha un progetto di città che va ben al di là di una visione familiaristica del territorio e perché è stato invitato dai cittadini a candidarsi attraverso una raccolta di firme che ne ha contate migliaia solo in pochi giorni.
Non c’è da parte di Forcieri né di nessuno che appoggia le sue liste la volontà di candidarsi contro qualcuno o qualcosa, semmai c’è la volontà di portare alla realizzazione un progetto per la città, per una città più bella, più colorata, più efficiente e più culturalmente importante.
Caro sig. Melley forse la sua candidatura è perché non ha più incarichi e si sente privo di potere? O forse è dettata dalla volontà di far pesare i suoi voti in vista di una improbabile trattativa alla vigilia del ballottaggio?
La prego la prossima volta che rilascia interviste lo faccia pensando prima di parlare altrimenti fa rizzare il pelo anche ad un cane come me.
Comunque la saluto con un allegro scodinzolio.
Oscar candidato consigliere per tutti gli animali del comune, e a volte anche per l’animale uomo.
Angelo"Ciccio" Del Santo "

giovedì 19 gennaio 2017

La realtà supera la fantasia

La realtà supera la fantasia.

È proprio vero che la realtà supera spesso la fantasia, come nelle migliori fiction di fantapolitica, avvengono fatti che neanche i migliori scrittori e registi saprebbero raccontare.
In Italia cresce un malessere verso il potere costituito, la gente ha motivi di lamentele e di sofferenza verso un establishment che premia e offre privilegi e lusso ad una casta politica incompetente, arrogante e ignorante mentre rende sempre più poveri tutti gli abitanti che lavorano e vivono con sacrificio del proprio lavoro, con particolare accanimento contro chi dimostra di avere spirito libero, intelligenza e capacità.
Si allungano le code alle mense per i poveri, ma a frequentarle, ora è anche quel ceto medio che da sempre è la spina dorsale della società e il motore economico della nazione.
Oggi la gente comune, quella che tutte le mattine va a lavorare e che dipende dal lavoro nei suoi bisogni essenziali. Il cibo, la casa, il vestire, l’istruzione dei figli e l’assistenza medica, ebbene oggi questa gente ha meno, non può permettersi neanche quello che per diritto sancito dalla costituzione dovrebbe avere, se si ammala ha tempi di attesa per analisi e visite che sono oramai pluriennali, la scuola è caduta ad un livello di sbandamento che non solo non garantisce più l’ingresso nel mondo del lavoro, ma non  garantisce nemmeno quell’istruzione essenziale per affrontare la vita.
In compenso il “potere” spende e sperpera in cose che spesso agli occhi di chi deve tirare la cinghia per sopravvivere sono inutili e dannose.
Si investe in velocità quando i pendolari non hanno servizi minimi per andare a lavorare, si investe in guerre quando gli studenti non  hanno nemmeno la carta igienica, si investe in super aerei quando negli ospedali mancano i lacci emostatici, e l’elenco potrebbe andare avanti per pagine e pagine.
Cresce lo scontento, cresce il desiderio di cambiare cresce la rabbia e la voglia di dare “il carro all’aria” di un sistema marcio e corrotto.
Si aggiunge a tutto questo una situazione internazionale molto critica, la gente del sud del mondo rivendica la restituzione di parte di quello che a loro è stato tolto per ingrassare un nord parassitario, spendaccione e cieco di fronte alla giustizia, all’equità e alla libertà.
Non dobbiamo dimenticare governi fantoccio per asservire questa o quella potenza straniera, sanguinosi golpe che hanno mietuto milioni di vite per assecondare i capricci di questa o quella multinazionale.
E allora ecco che si manifesta il fenomeno che ha contraddistinto tutte le epoche di transizione e di crisi, la migrazione!!
Dal sud, dall’est e dai paesi poveri in generale si riversano sulle sponde dei paesi “ricchi” milioni di fuggiaschi che scappano da fame, guerra, malattie, miseria e morte.
 E’ ovvio che questa disperazione e questo desiderio di riscatto diventano ottimo fertilizzante per fenomeni di violenza e di terrorismo dettati ufficialmente da motivi religiosi, politici ma che probabilmente sono mossi solo da beceri e violenti motivi economici.
Ecco, questo grosso modo è il quadro all’interno del quale si muove la gran parte delle persone oggi, ed aumentano sempre di più, instabilità economica, crisi del lavoro, mancanza di strutture e paura del futuro che si fa sempre più nero e carico di pericoli.
Allora cresce lo scontento, cresce il desiderio di riscatto, la voglia di mandare a casa chi ha mal governato, mal gestito e cresce la voglia di provare a ricominciare, magari rimettendo in discussione i criteri e cercare di cambiare, persone, metodi, valori e tipo di società.
Questa cosa spaventa quelli che sono i veri poteri forti, le banche, l’industria degli armamenti, quella della sanità, i petrolieri e coloro che attraverso una virtuale economia oggi governano il mondo, per questi signori è fondamentale studiare qualcosa per fermare o per lo meno rallentare questa marea di scontento e di desiderio di rivolta che sta montando anche in Italia.
 La domanda che si pongono questi spietati e crudeli approfittatori è una e annosa “Che fare?”, poi a qualcuno viene un’idea geniale.
Prendiamo un personaggio di spicco, conosciuto e stimato, uno che nel passato ha anche fatto battaglie giuste, lo portiamo dalla nostra e costruiamo intorno a lui un movimento politico che deve partire da parole d’ordine giustissime, che deve diventare davvero l’alternativa al sistema, un movimento che deve, nei fatti, minacciare di mandare a casa tutto il vecchio e il marcio che c’è per costituire un nuovo modello, partecipato, di democrazia diretta e onesto.
Il personaggio di spicco sarà l’anima e il capo di questo movimento, non dovrà essere coinvolto in elezioni e in ruoli che spettano solo a chi è fedele esecutore delle sue direttive, a chi è disposto a mettersi al servizio del movimento e al servizio del Capo.
Qual è il dovere del capo??? Far si che ogni qualvolta il movimento è vicino al successo, ogni qualvolta il movimento è in procinto di fare il passo verso un vero ribaltamento sociale, perché sostenuto dalla gente, perché spinto da un’onda di scontento che lo porterà a vincere davvero la sua battaglia, il Capo deve fare in modo di affossare tutto quanto, deve uccidere l’entusiasmo e deve far si che tutto il cambiamento predicato sia di fatto un cambiamento gattopardesco, “cambiare tutto per non cambiare nulla” .
Ecco allora l’isolamento di chi vince e vuole allargare l’area di consenso, cercando persone corrette e oneste negli altri movimenti, ecco il bocciare candidati competenti, onesti e amati dalla gente, ma con un difetto grande quello di non essere ciecamente obbedienti.
Ecco il paragonarsi a Hitler, ecco lo schierarsi in Europa con l’ala più destra, retrograda e becera del fascismo europeo, ecco fare battaglie contro l’Euro e la migrazione salvo poi chiedere asilo a coloro che fino a ieri sono stati bollati con i peggiori epiteti e definiti ladri e nemici del popolo.
Per fortuna i Liberali europei sanno ancora mettere le idee davanti agli interessi di bottega e rifiutano un apparentamento insano, ridicolo e malato.
Ecco creare confusione e caos nel governo della capitale per impedire che la conquista di Roma diventi davvero la porta che da accesso alla conquista del paese.
Insomma credo che veramente la realtà superi la più fervida fantasia dei narratori di storie, in questa storia di fantapolitica, che poi di fantasia non ha nulla è semplicemente una breve storia e analisi di ciò che sta succedendo, per arrivare ad una semplice ma logica conclusione:
il Movimento 5 Stelle ha acceso le speranze di molti, ha dato voce e linfa agli scontenti, agli sfruttati, a coloro che credevano davvero che il Movimento rappresentasse il nuovo “Sol dell’Avvenir” ma nessuno di noi ha fatto i conti con un nemico implacabile, con in testa un solo progetto, quello di distruggere tutte le potenzialità rivoluzionarie del movimento, di far si che il Movimento si limitasse a raccogliere lo scontento ma senza diventare un pericolo per il sistema, per cui lavorare per affossare e uccidere tutti i germogli vitali e innovativi che venivano alla luce.
Quel nemico implacabile e spietato che farà di tutto per mantenere lo stato attuale delle cose e lavora solo per far naufragare speranze, sogni e ideali di riscatto si chiama Beppe Grillo. 

Angelo "Ciccio " Del Santo.
 

domenica 22 marzo 2015

È da sempre che sostengo che le lacrime della mamma .

È da sempre che sostengo che le lacrime della mamma .
È da sempre che sostengo che le lacrime della mamma del terrorista sono salate e amare come le lacrime della mamma della vittima del terrorista, il dolore per la perdita di un figlio è immenso chiunque sia il figlio e qualunque cosa abbia fatto, dire queste cose è un po’ come evidenziare che, non esistono differenze fra il sangue di un biondo ariano tedesco, di un riccioluto ebreo o di un “abbronzato” masai.
Dico queste banalità perché è da un troppo tempo che i media nazionali e non inorridiscono e si stracciano le vesti in nome di una indignazione, legittima e giusta, verso le vittime dell’integralismo violento, come peraltro tutti gli integralismi, becero e ignorante come quello praticato in questo periodo da quella accozzaglia di criminali che compongono l’ISIS.
Ma attenzione, questa indignazione è altamente selettiva, è una indignazione rivolta prevalentemente alle vittime cristiane della bestialità umana, come se gli animisti africani trucidati da Boko Haram, o gli sciti trucidati dagli integralisti sunniti o i sufi massacrati da sciti e sunniti fossero vittime di serie B.
Un po’ come se ricordassimo i campi di sterminio della belva nazista solo per gli ebrei e ignorassimo le persecuzioni contro gli zingari, gli omosessuali, gli handicappati, i dissidenti politici e tutti coloro che non andavano a genio ai criteri di purezza dei nazisti, questo significherebbe avere una visione miope e parziale della tragedia e non rendere onore alle vittime di quell’olocausto. 
Mi preme sottolineare che la grande vittima di questa assurda e tragica situazione che stiamo vivendo oggi è proprio l’Islam, che viene a noi in nuova veste, non è più Averroè che insegna la filosofia e la medicina e le scienze matematiche agli occidentali, non sono più gli architetti di Granada che ingentiliscono e rendono più ricca tutta l’architettura dell’occidente, non esistono più i gesti di magnanimità e di generosità umana di Saladino che grazia e libera tutti i civili cristiani nella Gerusalemme riconquistata dalle truppe musulmane. 
Oggi l’Islam, che ha insegnato all’occidente anche l’uso del bidet, non viene più inteso come una differente fonte alla quale dissetare la sete di sapere e di cultura, ma viene a presentarsi con le fattezze mostruose dei grandi crimini contro l’umanità. 
La bestialità ignorante che fa distruggere i Buddha afgani e i reperti antichi siriani e libici si va a sommare alla distruzione delle statue pagane da parte di integralisti cristiani offesi dalla nudità, si va a sommare alle atrocità commesse in nome di una superiorità razziale nei confronti dei popoli africani deportati in massa e resi schiavi o dei nativi americani massacrati senza pietà perché rifiutavano di vedersi imporre un modello di vita che non era il loro, si va a sommare alle atrocità commesse in nome di una supremazia razziale che non esiste e non è mai esistita se non nella mente malata di mentecatti criminali.
Oggi il grande sconfitto dalla storia è proprio l’Islam, questa religione che attraverso il Corano predica la tolleranza e la mitezza, che esalta la vita e la cultura, che obbliga i suoi fedeli a essere caritatevoli e a imparare a leggere e scrivere.
L’Islam viene punito dalla follia dei suoi integralisti.
Ritornando alle parole iniziali, le lacrime delle madri curde che hanno visto i loro figli morire per la difesa della libertà e di una autonomia che nessuno ha mai voluto concedere a questo popolo orgoglioso e di antica tradizione, a proposito Saladino era proprio curdo, sono identiche a quelle delle madri che hanno visto i loro figli e i loro mariti massacrati solo perché commettevano il reato di credere alla croce invece che alla mezzaluna, o le madri delle bimbe rapite e violentate in Africa, in India e in Afghanistan solo perché assetate di sapere e di voglia di crescere come persone indipendenti e pensanti e sono anche identiche a quelle delle madri dei combattenti dell’ ISIS che comunque piangono i loro figli come tutte le mamme del mondo.
“Chi uccide un uomo è come se uccidesse tutto il mondo” così recita il Corano e credo che a queste parole che travalicano tutte le barriere ideologiche e religiose dobbiamo ispirarci unendo a loro quelle meravigliose parole che sono prepotentemente emerse dalla parte migliore della vita europea e occidentale, Libertà di credere, di avere relazioni e di vivere, Uguaglianza nel senso di essere tutti con pari diritti e pari dignità e Fratellanza intesa come legame solidale fra persone che vivono le loro differenze come una miniera a cui attingere per diventare più ricchi interiormente e mutua solidarietà che fa si che ci si aiuti reciprocamente dando la priorità all’interesse comune prima che a quello “particulare”.
Mi piace allora parafrasare Stephane Hessel, giovane novantenne autore di un volumetto di grande importanza “INDIGNATEVI” che propone una “pacifica insurrezione” contro chi diffonde il disprezzo verso i più deboli, verso la cultura, l’amnesia generalizzata della nostra storia e delle nostre tradizioni e la competizione ad oltranza di tutti contro tutti.
Nei giorni dell’assurdo e criminale massacro dei giornalisti di Charlie Hebdò molti di noi hanno orgogliosamente ostentato in segno di solidarietà con la libertà di espressione e contro l’ottusità fanatica dell’integralismo, la frase Je Suis Charlie oggi credo che dobbiamo sostituirla con quella frase che ha segnato una svolta nella storia del pensiero umano una frase semplice ma di altissimo contenuto, oggi è necessario ritornare a Descartes che diceva “PENSO, DUNQUE SONO” e fare nostro l’articolo 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

angelo “ciccio” delsanto
10 marzo 2015 


giovedì 6 novembre 2014

La Leopolda o la Piazza???? Vincere la paura e ritornare alle idee.

La Leopolda o la Piazza???? Vincere la paura e ritornare alle idee.


Stiamo vivendo in questi giorni un dramma di dimensioni sconvolgenti ma d’altronde è un film visto e rivisto:  la sinistra contro la sinistra, verrebbe voglia di mettersi a piangere per la sconfitta, che attraverso le misere beghe interne fra i leader della sinistra, farà patire a milioni di persone pene ideali ed economiche.
D’altronde come ho detto, non è cosa nuova che la sinistra guardi come un nemico colui che sta dalla sua parte, in Spagna Stalin ha preferito far vincere i fascisti di Franco piuttosto che lasciare in vita gli anarchici, a Kronstad Lev Trockij ha fatto trucidare in una notte 20.000 persone colpevoli solo di reclamare il potere ai soviet invece di accettare il potere del “partito”, il fatto è documentato da un telegramma esposto in un museo di Parigi che è la risposta al comandante della guardia rossa davanti alle mura di Kronstad che chiedeva cosa fare di fronte alle richieste dei cittadini e  recita così: “ammazzateli come pernici”.
In Italia molti partigiani sono stati uccisi da altri partigiani perché accusati di Bordighismo o di essere Anarchici e questo era considerato da alcuni colpa più grave che essere fascisti.
Negli anni 60 e 70 il PCI scatenò letteralmente la guerra contro chi aveva delle idee alla sua sinistra e magari faceva alleanze con la peggior DC e con personaggi legati alla mafia o venduti alla CIA. La frase di Pecchioli :“Alla nostra sinistra non c’è nessuno” ha creato più brigatisti che una campagna pubblicitaria. Nell’estrema sinistra poi era più facile veder correre sprangate fra Autonomia e MLS, che non fra MLS e fascisti.
Oggi noi vediamo che il Presidente del Consiglio, che è anche segretario del più grande partito della sinistra, chiude la porta in faccia ai sindacati ma ha nella sua compagine di governo un ministro che manda la polizia a picchiare gli operai che manifestano per la difesa dei loro diritti, d’altronde questo ministro è anche leader di un partito che si chiama “nuovo centrodestra” ed è alleato del P.D. 
Che cosa sta succedendo ??? Siamo in una pièce grottesca e surreale??, siamo su “scherzi a parte”? No siamo immersi fino al collo in una realtà brutta e talmente pantanosa che sarà difficile uscirne.
Proviamo a guardare cosa è successo.
In principio è stato Silvio Berlusconi, l’unica grande novità della politica italiana della seconda metà del 900, Silvio ha rivoluzionato il linguaggio, i modi e le modalità di fare politica. 
Il cavaliere ha rivoluzionato il linguaggio della politica riportandolo ad una modalità di chiarezza che i vecchi tromboni del professionismo politico non avevano, lui ha parlato un linguaggio comprensibile, magari con idee false e corrotte, ma sicuramente ha saputo parlare alla gente e lo dimostra il suo successo politico ed elettorale.
Non è un caso che la sinistra non sia stata capace di contrastare a questa “rivoluzione” comunicativa con idee e linguaggi, ma ha dovuto delegare alla magistratura una sconfitta che avrebbe dovuto essere politica invece che giudiziaria.
Il problema è che la sinistra italiana, mentre da una parte l’ha avversato, e anche giustamente, dall’altra l’ha passivamente seguito, è caduta nella storica trappola che è male dichiararsi di sinistra e praticare le idee della sinistra, quasi fosse una vergogna. 
Berlusconi ha portato al centro del dibattito un metodo politico che è sempre stato tipico dei fascisti post bellici, “il fascismo non c’è più, il comunismo è esistito perché c’era il fascismo e con la fine del fascismo è diventato inutile, superiamo le “ideologie” guardiamo ai fatti, quello che conta è la realtà quotidiana, è inutile farsi delle seghe mentali con le ideologie che dividono, bisogna unire sulle cose”.
Il problema è stato che mentre quando queste cose le dicevano i post fascisti non ci cascava nessuno perché portavano sempre alla memoria il loro modo di essere bestie feroci; come lo ha detto Silvio il comunicatore tutti si sono accodati, lui ha avuto il grande merito di sdoganare la destra post fascista dandogli dignità politica, ha lavorato bene e duramente per mettere insieme una destra unita e ha scelto fra i suoi collaboratori più stretti persone che sicuramente non saranno simpatici, ma altrettanto sicuramente hanno dimostrato di essere capaci, i Bondi, Verdini, Brunetta, Tremonti ecc. ecc. 
Ma a sinistra cosa è successo? NULLA !!!! Ci si è semplicemente accodati alla scia tracciata da Silvio, è stato fatto di tutto per annullare una storia fatta di eroi, di valori e di IDEALI, non d’ ideologie. Si è cambiato nome ai partiti come se bastasse cambiarsi la camicia senza lavarsi per essere puliti; e si è accettato il confronto/scontro politico con Berlusconi sul suo terreno: in pratica si è deciso di perdere ad oltranza.
Si sono cercati candidati che nulla avevano a che fare con i valori storici della sinistra italiana, la Resistenza, i valori portanti della idealità socialista, l’equa redistribuzione delle ricchezze, l’eguaglianza sociale, la solidarietà, la scuola pubblica, ecc. ecc. ,
basti pensare alla sciagurata serie di candidature quali quelle di Paola Binetti, rappresentante dell’ala più reazionaria e retriva del cattolicesimo e di Massimo Calearo rappresentante di una classe padronale legata ancora a parametro ottocenteschi.
E, mentre in America su questi valori Obama vinceva, in Italia questi valori venivano rinnegati e la sinistra passava da una sconfitta ad una sconfitta più grande, con alcuni momenti di governo assunti con Prodi che sta ai valori della sinistra come il KKK sta all’integrazione razziale, da sinistra si sono messe come priorità la salvaguardia di posti di privilegio per rappresentanti cooptati e non elette, poi c’è veramente la vergogna più grande infatti quella che viene definita sinistra estrema ma che di sinistra possiede solo qualche vecchia bandiera che sarebbe meglio bruciare. E allora abbiamo avuto i Bertinotti che miravano più al salotto di Bruno Vespa che non ad andare a capire le esigenze della gente, abbiamo avuto Cofferati che ha portato 3.000.000 di persone in piazza per poi andare a trattate un posto prima da sindaco di una città che non conosceva, poi un seggio al parlamento europeo e oggi il posto di presidente della liguria, regione dove forse è venuto qualche volta a fare i bagni.
Abbiamo avuto il proliferare di cespugli e cespuglietti se dicenti comunisti che sono serviti a piazzare qualche decina di nulla facenti e di incapaci, in posti garantiti e ben retribuiti alla faccia del “proletariato” e abbiamo avuto un sindacato che si è sempre più incancrenito a difendere privilegi invece di capire quali erano le nuove emergenze della povertà, un sindacato che non ha saputo vedere il dramma della precarietà del lavoro mascherate dietro l’altisonante nome di libera professione.
Sostanzialmente abbiamo avuto una sinistra italiana che non ha fatto il suo mestiere e che ha inseguito la destra nella folle corsa alla demolizione della memoria storica delle idee, degli ideali in nome di un pragmatismo che non ha funzionato e non è stato tale.
C’è stata in Italia una paura a comportarsi in maniera consequenziale al proprio essere politico, una distorsione della coerenza fra idee e prassi politica.
Insomma si è manifestata ancora una volta una sinistra arrovellata su se stessa, incapace di rinnovarsi e al contempo di tenere alti quei valori e quegli ideali che sono il suo patrimonio storico e la sua fonte di ricchezza intellettuale e la fonte della sua forza politica.






Una sinistra che non ha saputo rinnovare la sua classe dirigente, che ha avuto un susseguirsi di segretari che si alternavano ma sostanzialmente erano sempre i soliti nomi e un gruppo dirigente che non voleva né cambiare, ne cambiarsi; ma, e questa è la colpa più grave, non ha saputo far crescere uomini e donne scelti in funzione della loro capacità e della loro intelligenza, ma ha allevato polli di batteria che venivano scelti in funzione della loro capacità di essere obbedienti al leader del momento senza tener conto che gli obbedienti sono i primi a pugnalate nella schiena e sono sempre pronti a obbedire a chi comanda in quel momento.
In definitiva ci siamo trovati una sinistra svuotata dei suoi valori e priva di dirigenti capaci, sostanzialmente un disastro come lo sono stati i risultati elettorali degli ultimi decenni, con una popolazione sempre di più alla rincorsa della sopravvivenza e con una forte demotivazione alla vita politica che si è manifestata nella disaffezione al voto o con l’affermazione di movimenti demagogici e pericolosi per la democrazia quali la Lega e i 5 stelle che hanno attinto a piene mani da un elettorati di sinistra sempre più demotivato e scazzato.
Poi è arrivato Renzi, il rottamatore.
Di Renzi si possono dire tantissime cose, belle e brutte, ma una cosa è fuor di ogni dubbio: lui “Il Gattopardo” lo ha letto e riletto miriadi di volte, lui ha imparato benissimo la logica esposta da Tomasi di Lampedusa del “Cambiare tutto affinché nulla cambi”.
Ma quali sono stati gli appeal del Matteo nazionale, come è riuscito a conquistare il consenso che, prima gli ha permesso di prendere possesso del più grande partito della sinistra italiana e poi di arrivare alle Europee e conquistare il 40 e passa percento dei voti?
La sua parola d’ordine è stata quella che ha galvanizzato tutto il popolo della sinistra, anche chi oggi lo ostacola, “mandiamo a casa una classe dirigente del partito incapace, inutile e fallimentare, tutti a casa!!!!” queste parole hanno fatto presa anche su chi, come me, ha poco da spartire con questo signore, per storia, idee e percorsi, ma la speranza di riaprire un dibattito, di ripartire dai valori e di pensionare una riga di incapaci che altro non hanno fatto se non portare la sinistra ad essere succube del Berlusconipensiero, ha fatto si che diventassimo tutti renziani. 
Per smettere di esserlo quando abbiamo scoperto che il peggio della vecchia politica, quella parte più incapace e più attaccata alla rendita piuttosto che alle idee si è scoperta renziana doc, basi vedere cosa è successo alla Spezia. 
Poi si è rivelato una delusione, dopo ha gettato la maschera rivelando un personaggio erede del Gellipensiero, erede cioè di quel progetto autoritario e fascista che era il programma di quel gruppo di golpisti denominato P2, Renzi oggi agisce con le stesse modalità di un dittatore, decide tutto lui, guai, e son manganellate vere e cattive, a creare delle sacche di opposizione, non si lascia la possibilità di confronto e di dialogo all’opposizione e si va avanti a testa bassa nella realizzazione di un progetto che ancora una volta vede penalizzato chi ha meno e protetto sempre di più chi è ricco e potente. 
Vorrei sapere come mai per fare una legge che tassa ulteriormente i meno abbienti si impiegano pochi giorni mentre per ridurre gli stipendi e i benefit inutili ai parlamentari, per eliminare le scorte inutili a persone che non ne hanno bisogno, per tagliare pensioni da 90.000 € al mese si trovano ostacoli insormontabili e si praticano tempi bilbici.
Per fare un esempio su tutto: oggi esistono sul mercato contratti telefonici che permettono di telefonare illimitatamente, di messaggiare illimitatamente e di navigare in internet illimitatamente che sono in una fascia di prezzo che va dai 40 ai 70 € al mese e tutti danno anche l’uso di un telefono di ultime generazione. Come mai i deputati e i senatori  prendono 2.000€ di rimborso spese telefoniche tutti i mesi??? Sono in totale 1000, e allora 70 x 1000= 70.000 € al mese per un totale di 840.000 € l’anno mentre oggi ne spendiamo 2000 x 1000= 2.000.000 € al mese per un totale di 24.000.000 l’anno, non poco visto che si tagliano i soldi per i malati .


Allora la domanda è quella di sempre “ Che fare?” riportando alla memoria il romanzo di  Nikolaj Gavrilovič Černyševskij.
Non dobbiamo dimenticare che la politica, quella con la P maiuscola non si fa col metodo renziano, cioè solo con la calcolatrice, ma fare politica è inseguire un sogno, essere visionari, è passione e amore; è chiaro che tutto va finalizzato e contestualizzato ma non ridotto a tweet o a calcolo aritmetico di somma e sottrazione ( molta sottrazione e poca somma) va sempre tenuto presente che la lacrima e il sorriso sono parte integrante e vitale del fare politica. 
Certamente non si fa fronte alla marea renziana ripresentando un personaggio come Cofferati alla presidenza della Liguria, o riportando in auge figure come Prodi per la presidenza della Repubblica, Bersani come salvatore della patria o la Bindi come una sincera democratica. 
Occorre ricercare nell’area politica che si rifà alla sinistra quei valori e quegli ideali che sono propri di una storia importante e illustre, occorre ricercare una identità perduta che ritorni ad essere chiara e determinata, non ci devono essere compromessi con le sentinelle in piedi!!!!
È fondamentale riappropriarsi della nostra storia, dei nostri valori e che si basano sui valori della Resistenza, della Laicità, e del trinomio della rivoluzione Francese, Libertà, Uguaglianza e Fratellanza.
Bisogna ribadire che si possono trovare momentanei punti di convergenza su temi contingenti ma non è possibile stabilire alleanze con chi considera i gay malati o auspica di sparare ai barconi dei rofughi, o chi scrive che bisogna bruciare vivi i rom. 
Con questa gente la sinistra non vuole e non deve volere la benchè minima commistione, con individui di questa fatta i conti sono stati chiusi definitivamente il 25 aprile 1945, non si torna indietro sulle idee!!!!.
E poi occorre ricercare fra le persone che lavorano nuovi leader, nuove figura, tenendo presente che la giovinezza e il dinamismo del pensiero e del fare politica non sono sempre legati al dato anagrafico, ma molto spesso al dato della passione, della cultura e della curiosità.
Basterebbe applicare una piccola ma significativa regola, “ chi ha ricoperto incarichi retribuiti negli ultimi 10 anni, nei prossimi 10 non ne può più ricoprire, ma deve fare da formatore per chi li andrà a ricoprire” quanta pulizia farebbe una piccola regola come questa.
Infine diventa fondamentale toglierci la paura di dosso, non bisogna aver più paura a rivendicare la propria storia, ad ammettere gli errori che si sono fatti durante questa storia, non deve più esistere la paura di cambiare, anche perché cosa può succedere oltre a quello che succede già?? Mi viene alla mente uno slogan situazionista che recita così:” meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine” e allora la paura va vinta perché la vittoria su di lei rappresenta la possibilità di vincere una battaglia importante per il bene dell’umanità tutta. 
“La paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire e scoprì che non c’era nessuno.” (Goethe)

SCRITTO DA: Angelo"Ciccio " Del Santo








martedì 28 ottobre 2014

“La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”

“La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”




È buffo che tutte le volte in cui si profila un’idea di cambiamento i benpensanti inorridiscano e si straccino le vesti per difendere la tradizione e la “legalità” , contro il dilagare del malcostume e della depravazione. 
Non ultimo il pezzo che ho letto sul secolo il 16 ottobre a firma Francesco Bellotti che si scaglia contro i matrimoni gay e le adozioni di bambini da parte dei gay.
Non mi ricordo di aver visto sentinelle in piedi quando è uscita la metastasi di quel grande tumore sociale che si chiama pedofilia e che ha visto coinvolti autorevoli credenti e prelati di grande importanza.


La domanda che mi pongo è perché tutte le volte che la storia ci pone di fronte ad un cambiamento del nostro statico modo di pensare, tutte le volte che viene chiesto dall’andamento dei tempi di pensare e di modificare e modificarci, ebbene tutte le volte c’è sempre chi in nome di valori quali la decenza, la purezza e la salvezza dell’anima si pongono in maniera forte e decisa di traverso alle modificazioni. 
La storia ci insegna che è sempre stato così, le autorità della chiesa cattolica hanno gridato allo scandalo quando si è trattato di tradurre la Bibbia in una lingua che fosse comprensibile anche alle classi “inferiori” perché secondo loro era un crimine contro Dio permettere alla gleba di leggere e scrivere, altro crimine contro Dio è avvenuto quando alcune donne si sono opposte al matrimonio imposto dalle famiglie ma hanno rivendicato un diritto che secondo le autorità ecclesiastiche dell’epoca non potevano avere: il diritto all’amore.
Quanti anatemi hanno ricevuto coloro che si sono battuti a favore della cremazione dei morti, andavano contro Dio e le sue leggi gridavano i preti dai pulpiti delle chiese, e che dire di quelli che si sono scandalizzati perché gli schiavi “negri” hanno imparato a leggere e scrivere, per citare uno di loro basta dire “ gli schiavi non hanno anima e non devono sapere nulla”.
Oggi si maledicono i genitori gay, infatti nulla di strano se nelle coppie eterosessuali si accoltellano mogli e figli, nulla di strano se si violentano i bambini, beh d’altronde loro sono etero e cattolici, non sono mica finocchi!!!! 
Purtroppo per gli integralisti esistono ancora persone che si battono e lottano affinché  l’amore e la capacità di essere razionali abbiano il sopravvento su ignoranza, malafede e ottusità.
Le domande che mi pongo sono due, la prima è: ma perché chi è cattolico pretende che tutti e con tutti intendo anche coloro che non sono cattolici, vivano muoiano e si comportino da cattolici???  La seconda è : se invece di vivere in  un occidente democratico e laico vivessimo in una situazione di degrado democratico e di minimo livello di laicità queste sentinelle forse sarebbero ben più violente dei loro emuli dell’ISIS, e vorrei sperare che di fronte a questa forma di violenza sottile e perfida che praticano, l’atteggiamento della maggioranza sia pari a quello degli islamici che non ci pensano neanche un secondo a definire aberranti e fuori da ogni regola islamica l’ISIS e i suoi simpatizzanti.
D’altronde sempre la storia ci insegna che per finire sul rogo della santa inquisizione bastava avere una testa libera e pensante come quella di Giordano Bruno ma a volte era sufficiente molto meno per finire sotto tortura e poi al rogo, bastava conoscere delle erbe medicamentose o accarezzare un gatto nero, o ….ignominia delle ignominie avere una vita sessuale non vincolata alla procreazione e al matrimonio d’altronde quest’ultimo grave reato doveva rimanere un privilegio divino dato alla casta dei sacerdoti. E oggi c’è un eretico che deve fare attenzione perché incorre nelle ire delle sentinelle che se potessero lo metterebbero al rogo, anzi credo che faremmo meglio a proteggere la vita di questo “eretico” che si chiama Bergoglio ed è argentino.


Allora chiedo veramente di farla finita con i moralismi veri o presunti e dedicare la vita ad offrire a che è più sfortunato un momento di pace, di tranquillità e di affetto e se questo momento viene offerto ad un  bambino da una coppia gay sia benedetto e benvenuto!!!!

“La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”
(Albert Einstein) …… 

dimenticavo questa frase è blasfema, Einstein era ebreo.

scritto da: Angelo"Ciccio " Del Santo