In principio era il Partito Comunista.
Un Partito partorito da un grande
errore, quello di spaccare nel 1921 il Partito Socialista,
indebolendo in questa maniera il potere contrattuale della sinistra
italiana.
In compenso la fondazione di questo
Partito vede la partecipazione di alcuni fra i migliori cervelli
rivoluzionari che l’Italia in quel momento potesse esprimere,
parliamo di Bruno Fortichiari, Amedeo Bordiga, Umberto Terracini,
Mauro Scoccimarro, Angelo Tasca, Ruggero Grieco e altri ma innanzi
tutto parliamo di quello spirito libero e libertario di Antonio
Gramsci un uomo che, come quelli già citati, non ha voluto che il
Partito diventasse il servo dei potenti compagni russi, voleva un
partito autonomi, libero e pronto a collaborare alla pari con il
movimento internazionale, portando ad esso la propria originalità e
assorbendo da esso quanto di meglio si poteva fare.
Gramsci viene imprigionato dalla
vigliacca feccia fascista, e assume la segreteria un ambiguo
personaggio, che fu anche fra i fondatori, Palmiro Togliatti, un uomo
che si consuma la lingua nel leccare le terga a Stalin e che in nome
di un potere sul partito italiano è pronto e diventare cieco su
tutte le nefandezze che il tiranno baffuto compie, innanzi tutto
contro quella sinistra critica e libertaria che metteva in
discussione il culto della personalità e l’obbedienza cieca
all’ottuso capo.
Togliatti tace
quando si potrebbe ottenere la libertà Gramsci, tace quando si
preferisce ammazzare gli anarchici piuttosto che combattere i
franchisti e tace quando vengono imprigionati in Unione Sovietica
migliaia di rivoluzionari e di comunisti colpevoli di non essere
perfettamente obbedienti con questo dittatore travestito da
comunista, fra i perseguitati annoveriamo anche il cognato di
Togliatti, Paolo Robotti e tanti comunisti di “sinistra”
italiani.
Finisce la guerra e finalmente
Mussolini viene appeso a testa in giù, Togliatti, che con estrema
modestia si fa chiamare “il Migliore” diviene ministro ella
giustizia e in primis cosa fa?
Questo esempio di opportunista si
adegua al potente di turno e partorisce una bella amnistia per i
criminali fascisti, in compenso usa galera e forza contro quei
patrioti che osavano sperare nel sol dell’avvenire, che volevano
provare a rendere l’Italia più libera e meno vincolata al
capitalismo occidentale, magari senza andarsi a legare nel mortale
abbraccio di Stalin.
Il Migliore invece collabora a legare
il paese al capitalismo occidentale e vincola il Partito allo
stalinismo becero e criminale.
Da questo momento in poi la storia del
PCI è stata tutta volta allo scopo di soffocare qualunque impeto
rivoluzionario o anche solo progressista che si manifestasse nel
paese.
Per fare ciò si è venuta a creare una
classe dirigente del Partito che doveva avere come caratteristica
quella dell’obbedienza al capo e veniva visto come deviazionista e
anticomunista qualunque barlume di intelligenza, di vitalità
rivoluzionaria e di innovazione.
I pidocchi erano coloro che uscivano
dal Partito, magari su posizioni più laiche e più di sinistra, il
nemico principale non erano le forze della destra o del cattolicesimo
più becero e reazionario, ma i socialisti che diventavano il nemico
da abbattere.
Dopo Togliatti si è continuato su
questa linea, anche perché era stato creato un apparato di partito
che bene o male garantiva stipendi e tranquillità a quegli
obbedienti che pur avendo poco cervello avevano in compenso una
grande dose di opportunismo.
Negli anni della grande rivoluzione
mondiale del 68, oggi si celebra il cinquantenario, uno degli uomini
più potenti del PCI disse una frase che aprì le porte a fenomeni
poi degenerati in terrorismo e rabbia incontrollata.
Infatti, Ugo Pecchioli, di fronte al
movimento che vedeva studenti e operai manifestare rabbia e volontà
di cambiamento verso una società ingiusta, classista e crudele ebbe
il buon gusto di chiudersi gli occhi e dire: “Alla sinistra del PCI
non esiste nulla, non c’è nulla” chiudendo la porta in faccia a
milioni di persone che chiedevano solo di essere partecipi delle
scelte del Partito e di essere protagonisti della loro storia e non
ossequiosi obbedienti di una classe dirigente del partito che si
manifestava debole e cieca.
Poi ci fu Berlinguer, uomo sicuramente
probo e onesto, colui che prese le distanze dalla dittatura
sovietica, ma politicamente miope e di limitata possibilità, un
segretario politico che è stato trascinato per i capelli in due
grandi vittorie civili della sinistra italiana perché obbligatonella
battaglia per il divorzio e in quella sull’aborto.
Infatti la legge sul divorzio è stata
la forzatura di tre persone che ha obbligato il PCI ad entare nella
lotta anche se pauroso del voto cattolico, Loris Fortuna, socialista
e massone, Antonio Baslini liberale e massone e Marco Pannella
radicale e combattente.
Quella sull’aborto furono lòe
manifestazioni e la volontà del movimento femminista, trasversale e
determinato che potè contare fin dall’inizio solo dell’appoggio
del Partito Radicale e del Partito Socialista, situazione che
costrinse il PCI a scendere in campo, anche in questo caso obtorto
collo.
Berlinguer è l’uomo che ha allevato
una nuova generazione di dirigenti che sono stati: Massimo D’Alema,
la caricatura antipatica di Togliatti, ma ancora più arrogante e più
incapace e più fedele al potere capitalista, Valter Velrtoni: il
genio che ha voluto in parlamento a rappresentare la sinistra Mario
Adinolfi leader della destra cattonazista, la più becera e retriva
che esista, colui che ritiene che i gay siano malati e le donne
debbano essere sottomesse, e la Dott.SSa Binetti donna della destra
cattolica integralista, dichiarata antidivorzista e contro l’aborto,
una reazionaria patentata; Piero Fassino: quello che “ se vuole
fare come dice lui, Grillo fondi un partito, poi vedremo quanti voti
prende” un uomo lungimirante come un coriandolo e empatico come un
palo della luce spento, Pier Luigi Bersani diventato famoso di più
come smacchiatore di giaguari piuttosto che come politico, dove si è
dimostrato un totale fallimento, e Achille Occhetto, colui che ha
cambiato nome al PCI, ma attenzione, questa ventata di cambiamento si
è limitata solo al nome, non si è mai pensato di cambiare un
apparato elefantiaco, incapace, burocratico e ottuso, insomma ha
cambiato solo il nome, un po’ come quelli che si cambiano la
camicia senza lavarsi mai.
E poi oggi ci lamentiamo che ci sia
Renzi? Devo dire che ci è andata anche bene, potevamo avere di nuovo
Fassino o Veltroni o D’Alema .
A mio modestissimo parere occorre
incominciare dalla doccia, e non dal nome, occorre fare piazza pulita
di tutto ciò che ha provocato o è stato complice di chi ha
provocato il disastro.
Occorre non solo ritornare fra la
gente, ascoltarla e lasciare che ci consiglino, ma è necessario
anche fare i conti con la storia e andare a rimediare a quegli errori
che sono rimediabili, ad esempio superare quella scissione del 1921
che fu nefasta e portatrice di burocrazia e ignoranza e creando
divisioni e contrasti ha disperso intelligenze, vivacità e capacità.
Occorre rivedere risposte date a
persone che credevano davvero che insieme si potesse cambiare il
mondo ma che si sono sentite svilire e prendere in giro perché
avevano il coraggio di essere aquile e volare alto e non galline a
fare su e giù in una scala corta e sporca di merda.
Occorre che di fronte a proposte e idee
nessuno risponda più “ La nostra gente non capirebbe” perché
una frase del genere significa due cose, la convinzione che “la
nostra gente “ sia una manica di celebrolesi e la più totale
malafede di chi sa di essere poco intelligente e ha paura del
confronto.
Occorre proprio ricominciare, con
calma, pazienza e determinazione a costruire situazioni di crescita e
di lotta, d’altronde una cosa si è realizzata dopo le ultime
elezioni, quella frase di Marx che recita” hanno un mondo da
conquistare e da perdere solo le loro catene” infatti grazie a
incapaci e presuntuosi ci è rimasto il nulla su cui andare a
costruire un progetto difficile ma non impossibile.
Allora ricordiamoci del 68 e celebriamo
i suoi 50 anni con una parola d’ordine che dovrebbe diventare il
nostro tormentone per i prossimi anni: Siamo realisti chiediamo
l’impossibile.
scritto da : Angelo"Ciccio"Del Santo